Fit for 55, ecco cosa c'è da sapere sui "tre pilastri"

Il nuovo Ets, il Fondo sociale per il clima e la carbon tax alle frontiere hanno ricevuto il sigillo del legislativo europeo
BRUXELLES - I tre pilastri del Fit for 55, la strategia dell'Ue per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, hanno ricevuto l'ultimo sigillo del Parlamento europeo e sono in attesa della ratifica finale dei Ventisette.
Si tratta della riforma del sistema di scambio di quote di emissioni (Ets), che includerà il trasporto aereo e marittimo, la cosiddetta carbon tax alle frontiere e il Fondo sociale per il clima. Cosa c'è da sapere? Ecco i dettagli:
FONDO SOCIALE PER IL CLIMA
Le sue risorse, stimate in 86,7 miliardi di euro tra contributi Ue e nazionali, saranno disponibili dal 2026. Nel dettaglio, il fondo sarà alimentato dai ricavi dell'Ets bis, attesi in 65 miliardi di euro, con la possibilità dei paesi di aggiungere un ulteriore 25% con le risorse nazionali.
La misura si è resa necessaria per attenuare l'eventuale impatto sociale del prezzo delle emissioni di CO2 applicato a riscaldamenti e carburanti, e aiutare cittadini e imprese a fare fronte ai costi della transizione energetica.
CARBON TAX ALLE FRONTIERE
Nota a Bruxelles con l'acronimo Cbam, è una prima mondiale pensata per tutelare le imprese Ue dalle concorrenti di paesi terzi che non hanno i costi del mercato del carbonio. Oggi la protezione è assicurata dai permessi (quote) di emissione gratuiti dell'Ets.
Dal 2026, con il Cbam, il prezzo della CO2 dell'Ets inizierà a essere applicato anche ai prodotti importati in Ue in cinque settori ad alta intensità energetica e a maggior rischio di delocalizzazione. Si tratta di: cemento, ferro e acciaio, alluminio, elettricità e fertilizzanti. Con la progressiva entrata in vigore del nuovo sistema, che sarà completata nel 2034, le quote gratuite per questi settori saranno via via eliminate.
