Mielite dopo il vaccino anti-Covid: ottiene 3000 euro al mese


La lunga e logorante battaglia legale di una 52enne italiana.
La lunga e logorante battaglia legale di una 52enne italiana.
TORINO - Il Tribunale civile di Asti ha riconosciuto con sentenza di primo grado «il nesso di causa» tra la vaccinazione anti-Covid e un grave danno neurologico subito da una donna di 52 anni, che le impedisce di camminare.
A renderlo noto sono gli avvocati Renato Ambrosio, Stefano Bertone, Chiara Ghibaudo e Stefania Gianfreda, dello studio Ambrosio & Commodo di Torino, che hanno assistito la donna, titolare di una tabaccheria di Alba (Cuneo) nel procedimento.
Il ministero della Salute, che in sede amministrativa aveva respinto la domanda di indennizzo, è stato condannato al riconoscimento del legame.
Il Tribunale aveva nominato due consulenti tecnici, Agostino Maiello e Stefano Zacà, che hanno invece dato ragione alla donna. L'indennizzo - non si tratta di un risarcimento - è di circa tremila euro al mese, con versamento bimestrale.
La donna, a quanto si è appreso, è affetta da mielite trasversa dopo la somministrazione del vaccino Comirnaty, prodotto da Pfizer-Biontech. Oggi non può più camminare e aveva iniziato ad accusare i primi sintomi dopo avere ricevuto due dosi del vaccino, ad aprile del 2021.
Il 10 febbraio 2022 era stata ricoverata all'ospedale di Orbassano (Torino) per una «sospetta mielite di natura infiammatoria». Nella lettera di dimissioni, datata 17 febbraio, il medico aveva scritto: «Non è escludibile un ruolo scatenante vaccinico». Da lì era partita la richiesta di indennizzo, che aveva portato al contraddittorio con il ministero della Salute e l'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), rappresentati dall'Avvocatura dello Stato. «I consulenti tecnici - ha spiegato Bertone - sono professionisti terzi e imparziali, e hanno concluso per un nesso di causa molto forte fra l'evento e il danno grave subito».
L'avvocata Ghibaudo ha aggiunto che «i danni fisici permanenti patiti sono davvero gravi: basti pensare che la signora non deambula più da sola. L'indennizzo erogato dallo Stato le permetterà di far fronte ad almeno una piccola quota di sofferenza». Ambrosio ha infine evidenziato: «Da sempre il nostro studio si preoccupa di assistere chi ha subito danni gravi alla salute da prodotti farmaceutici e dispositivi medici».
Secondo il Tribunale, la ridotta distanza temporale tra la vaccinazione e la comparsa dei sintomi è stata un elemento determinante per la decisione. La sentenza, dello scorso 26 settembre, cita inoltre il database dell'Aifa, che riporta 593 casi di mielite trasversa registrati dopo la vaccinazione fino al 2022, di cui 280 associati ai vaccini a mRna.
«Sono stati individuati - afferma Bertone - casi isolati in cui il vaccino con virus inattivo e i vaccini di base di mRna hanno provocato sindromi acute di demielinizzazione del midollo spinale, come la sclerosi multipla e la neuromielite ottica».
Bertone ha infine ricordato che, in un comunicato dell'European Medicine Agency, «il comitato ha esaminato le informazioni disponibili sui casi segnalati a livello globale e, alla luce della letteratura scientifica, ha concluso che la relazione causale tra i vaccini e la mielite trasversa è almeno ragionevolmente possibile».