Lecornu mette al riparo il governo e cala l'asso: «Niente aumento dell'età pensionabile fino al 2028»


È quello che volevano sentirsi dire i parlamentari socialisti per assicurare il sostegno al premier. Risate dai banchi del Rassemblement National.
È quello che volevano sentirsi dire i parlamentari socialisti per assicurare il sostegno al premier. Risate dai banchi del Rassemblement National.
PARIGI - Va bene il disegno di legge a favore del decentramento per dare più potere agli organismi di governo locale, passi anche il corridoio dibattimentale di urgenza dato alla faccenda della Nuova Caledonia e dei territori d'oltre mare, ma a quella parte di parlamento pronta a staccare la spina un'altra volta all'impianto di governo alla Macron e che tiene accese le speranze, serviva altro.
E altro è arrivato. Con un estro da direttore d'orchestra capace di tenere insieme i personalismi dei vari suonatori e dare il colpettino di bacchetta per il contentino al momento opportuno, il Primo ministro Sébastien Lecornu fa suonare la sinfonia giusta calando l'asso (che piace tanto alla compagine socialista) dell'età pensionabile e cominciando a mettere al riparo da dietrofront di fiducia - per nulla improbabili vista l'aria che tira da quelle parti - il suo governo.
«Proporrò a partire da questo autunno di sospendere la riforma delle pensioni del 2023 fino alle elezioni presidenziali» ha chiosato fra l'ilarità piovuta in un baleno dai banchi dove siedono Marine Le Pen e i suoi colleghi del Rassemblement National.
«Nessun aumento dell'età pensionabile avrà luogo da ora fino a gennaio 2028» ha rimarcato.
Il tema caldo del pensionamento figurava fra i paragrafi della dichiarazione generale che dal podio dell'Assemblea nazionale il "temerario" Sébastien si è guardato bene dal non distillare con accorta astuzia e ammiccamento politici: segnali di "partigianeria" andati a segno, visto che al momento dell'annuncio, dall'emiciclo "rosso", sono piovuti scrosci di applausi anche dall'ex presidente François Hollande e da altri esponenti del partito. Sprizzano euforia gli esponenti del Partito comunista, che con il suo leader Fabien Roussel affermano che «la sospensione della riforma delle pensioni è una prima vittoria per i 500.000 dipendenti che ne beneficeranno quest'anno» ha scritto su X.
Di tutt'altro tono il commento arrivato da Stéphane Peu (Sinistra democratica e repubblicana): «Il bilancio presentato questa mattina chiude le porte alle proposte provenienti dalla sinistra e ne apre molte alla destra e all'estrema destra della nostra Camera» ha detto, puntando il dito contro il Primo ministro e la sua politica «non solo dannosa, ma anche pericolosa». Poi l'affondo su Emmanuel Macron: «È l'unico responsabile della crisi che sta attraversando la Francia».