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«Professore dell'Usi espulso per un post»

Dalla denuncia sui social all’interrogazione su presunte «intromissioni negli affari accademici di non meglio identificate “associazioni ebraiche”».
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«Professore dell'Usi espulso per un post»
Dalla denuncia sui social all’interrogazione su presunte «intromissioni negli affari accademici di non meglio identificate “associazioni ebraiche”».

LUGANO - Cacciato per dei post. E proprio con un post, diventato virale sui social, un ormai ex-insegnante dell’Accademia di Architettura di Mendrisio (USI) denuncia sia la rescissione del suo contratto, sia la presunta intromissione negli affari accademici di non meglio identificate “associazioni ebraiche”.

Il tutto, come si segnala un'interrogazione firmata da Massimiliano Ay e Lea Ferrari (per il gruppo Partito Comunista – Partito Operaio e Popolare), per aver espresso sostegno al popolo palestinese.

«L’interesse pubblico e l’urgenza - si legge nell'atto parlamentare - sono dettati dal fatto che un prestigioso ateneo ticinese legato e finanziato dal Cantone risulta sotto accusa e che la libertà accademica potrebbe essere stata compromessa. Ciò impone che si faccia tempestivamente la massima chiarezza».

Il post/denuncia dell'ex docente recita: «L'anno scorso, mentre ero lontano dall'università, i miei assistenti sono stati informati che non mi sarebbe stato permesso di riprendere a insegnare. La direzione dell'università ha successivamente confermato che, a seguito di lamentele da parte di "organizzazioni ebraiche" riguardanti post pro-palestinesi sul mio account Instagram, l'accordo quadriennale quale professore ospite non sarebbe stato rispettato e che il mio contratto non sarebbe stato rinnovato. La direzione si è rifiutata sia di fornire i nomi delle "associazioni" sia di rispettare il mio diritto accademico di replica. Da allora, la direzione ha ignorato tutte le mie e-mail.»

Sulla base di quanto sopra, i due deputati pongono al Governo i seguenti interrogativi:

1) Il Consiglio di Stato è al corrente e può confermare la versione di quanto comunicato dal professore sui propri canali social? Quando è venuto a conoscenza il governo della rescissione del contratto di insegnamento?

2) Il Consiglio di Stato ritiene che si tratti di una violazione della libertà accademica e di una forma di discriminazione politica? Come intende agire per tutelare la democrazia nell’ateneo in questione che è finanziato dallo Stato?

3) Quali misure intende adottare nei confronti dell’USI e dell’Accademia per evitare che professori e studenti debbano avere paura di esprimere liberamente le proprie opinioni?

4) Corrisponde al vero che l’ateneo ha subito pressioni da parte di organizzazioni sioniste? Di quali associazioni si tratta? A che titolo possono interferire nella libertà accademica?

5) Il Consiglio di Stato non ritiene di dover invitare l’USI a interrompere ogni relazione di cooperazione accademica e di ricerca con tutte le università israeliane che hanno legami diretti o indiretti con le Forze armate di Israele impegnate in operazioni che l’inchiesta dell’ONU ha definito esplicitamente quali “atti di genocidio”?

6) Come è stata gestita la comunicazione del mancato rinnovo del contratto di insegnamento con gli studenti che seguivano i corsi del professore espulso? Come è stata garantita la continuità didattica?

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