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MPS in difesa dei docenti: «Basta con le intimidazioni»

Sergi e Pronzini si sono schierati a favore degli insegnanti che nelle scuole del cantone si sono mobilitati a sostegno di Gaza
Archivio Ti Press
Fonte Interpellanza
MPS in difesa dei docenti: «Basta con le intimidazioni»
Sergi e Pronzini si sono schierati a favore degli insegnanti che nelle scuole del cantone si sono mobilitati a sostegno di Gaza

BELLINZONA - Anche l'MPS prende posizione in relazione alle critiche avanzate nei confronti dei docenti e delle sedi scolastiche che si sono mobilitati a sostegno di Gaza. A riguardo, Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini, hanno ieri depositato un'interpellanza «Basta con le intimidazioni nei confronti dei docenti e delle sedi scolastiche che non hanno voluto e non vogliono rimanere indifferenti di fronte alla tragedia di Gaza».

«Quanto sta succedendo a Gaza ormai da parecchio tempo non può non interpellare il mondo della scuola; diversi docenti, consapevoli del loro ruolo educativo, hanno cercato sia collettivamente che individualmente di tematizzare la questione. Nei loro confronti si sono levati tentativi di censura, come quello del Municipio di Lugano o di alcuni atti parlamentari. È necessario che il governo ribadisca l’autonomia del lavoro degli insegnanti, in particolare quando questo avviene – come in questo caso – nel più assoluto rispetto delle disposizioni di legge», si legge nell'atto parlamentare.

E ribadiscono: «La scuola, per sua missione, non è un’istituzione neutrale: essa educa alla responsabilità, al rispetto dei diritti umani, alla pace. È quanto afferma l’articolo 2 della Legge della scuola del Canton Ticino. Proprio per questo, non può sottrarsi al dovere morale e civile di aprire uno spazio di riflessione sugli eventi che segnano in maniera così brutale il nostro presente. Ogni anno - proseguono - le scuole ticinesi celebrano con impegno e consapevolezza la Giornata della memoria, ricordando l’orrore della Shoah per insegnare alle nuove generazioni a resistere all’odio e alla violenza. Oggi, la tragedia di Gaza interpella con la stessa urgenza le nostre coscienze: chiudere gli occhi significherebbe tradire quello stesso spirito di memoria e vigilanza». «Non si tratta solo di informare: si tratta di formare».

Le domande inoltrate al governo:
1. Non ritiene doveroso rivolgersi al mondo della scuola sottolineando la gravità di quanto sta accadendo a Gaza e incoraggiare al suo interno iniziative che favoriscano una riflessione educativa, critica e responsabile sul rispetto dei diritti umani e sulla necessità della pace?
2. Non ritiene doveroso sostenere apertamente le prese di posizione e le attività fin qui svolte nelle scuole ( e quelle previste) che si sono caratterizzate per il loro equilibrio, per il richiamo a principi umani, democratici ed educativi fondamentali, in totale sintonia con le finalità della scuola?
3. Non ritiene opportuno adoperarsi affinché la Giornata della memoria del 2026 – o un’altra data significativa – venga dedicata nelle scuole a quanto avvenuto a Gaza, in coerenza con la missione educativa della scuola ticinese?

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