Cerca e trova immobili
LUGANO

Parla la vittima di don Leo: «Non siamo stati creduti»

Il ragazzo ha rotto il silenzio dopo la condanna a un anno e mezzo di carcere inflitta al sacerdote: «In aula è stato elogiato il suo pentimento quasi fosse un atto eroico».
Ti-Press / Pablo Gianinazzi
Fonte Tages-Anzeiger
Parla la vittima di don Leo: «Non siamo stati creduti»
Il ragazzo ha rotto il silenzio dopo la condanna a un anno e mezzo di carcere inflitta al sacerdote: «In aula è stato elogiato il suo pentimento quasi fosse un atto eroico».

LUGANO - «Noi vittime di abusi non siamo stati minimamente considerati». Rompe il silenzio uno dei ragazzi vittime di abusi sessuali da parte di don Rolando Leo, condannato lo scorso agosto, a un anno e mezzo di carcere, di cui sei mesi sospesi con la condizionale per un periodo di prova di due anni. Avendo già scontato un anno di detenzione, è stato immediatamente scarcerato.

Una beffa? - Una scarcerazione che sa di beffa per le vittime. Il caso però è tutt'altro che chiuso. La procuratrice pubblica, che aveva chiesto cinque anni e mezzo di carcere, ha già annunciato di voler presentare ricorso.

«In Tribunale non siamo stati creduti». A parlare al Tages-Anzeiger è il ragazzo che già nel 2021 aveva segnalato al vescovo Valerio Lazzeri i comportamenti inopportuni del sacerdote. Un primo grido d'allarme rimasto inascoltato.

Massaggi rilassanti - Il sacerdote proponeva massaggi come sollievo dall'ansia, dall'agitazione, dalla timidezza, dallo stato febbrile e quale ottimizzazione delle prestazioni sportive.

«Ero terrorizzato - continua il giovane - dall'idea di dire a qualcuno quello che faceva. Era una persona molto stimata e conosciuta. Sapevo che avrei causato uno scandalo. Ma non potevo restare a guardare senza fare nulla».

La prima segnalazione - Dopo la prima segnalazione, spinta dalla paura che ci potessero essere altre vittime, il caso venne insabbiato. «Pensavo di essermi confidato con la persona più importante della Diocesi. Speravo che se ne sarebbe occupato».

E per tre anni nessuno intervenne. «La cosa più dolorosa per me è stata che si sono verificati ulteriori casi di abuso dopo la mia denuncia». In totale si sono fatte avanti nove vittime.

La sentenza del giudice - Neppure la condanna, giunta lo scorso agosto, ha potuto dare un minimo di sollievo alle vittime. A dare più fastidio al giovane sono state le motivazioni del giudice: "Ha agito spinto dalle sue pulsioni più basse. Ma chi frequenta quest'aula sa che abbiamo visto fatti esponenzialmente più gravi". Un ragionamento che secondo il giovane non rende giustizia alle vittime: «In aula è stato elogiato il suo pentimento quasi come fosse un atto eroico. La sentenza sembra un premio di consolazione come se non fosse successo nulla».

Il ragazzo si è detto anche scioccato dal fatto che il sacerdote abbia ricevuto numerose lettere di sostegno durante la sua prima pena detentiva. «È un bel gesto, ma spetta alle vittime, nel caso, perdonarlo in primo luogo».


Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE