Massaggi "rilassanti", ma toccava i genitali: «Sono addolorato. Oggi so che era assurdo»

Parla Don Rolando Leo, accusato di abusi sessuali nei confronti di nove ragazzi. In aula ha ammesso le sue responsabilità.
LUGANO - Offriva massaggi rilassanti ai ragazzi, approfittandone poi per toccarli nella zona dei genitali con l'avambraccio, il sacerdote ed ex docente Don Rolando Leo, oggi comparso alle Assise criminali di Lugano in qualità di imputato. E in un caso ha masturbato una delle sue vittime mentre dormiva, portandolo all'eiaculazione.
In casa parrocchiale, al monastero, al Papio - Il 56enne, accusato di abusi sessuali nei confronti di nove giovani, di cui quattro minorenni, avrebbe agito tra il 2015 e il 2023. Gran parte degli atti, è emerso in aula, hanno avuto luogo tra la casa parrocchiale di Bellinzona, il monastero di Claro e il Collegio Papio di Ascona. Tra le vittime anche tre studenti di quest'ultimo istituto scolastico.
Il sacerdote proponeva i suddetti massaggi come sollievo dall'ansia, dall'agitazione, dalla timidezza, dallo stato febbrile e quale ottimizzazione delle prestazioni sportive.
«Ho sbagliato» - «Mi sono reso conto che mi raccontavo un po' questa spiegazione di ampliare il plesso solare dei giovani in situazioni di ansia», ha detto Don Leo, interrogato dal giudice Amos Pagnamenta. «Ripensandoci, però, era assurdo, non ero un massaggiatore né un allenatore. Attraverso il percorso fatto nell'ultimo anno ho capito che ho sbagliato. Oggi come oggi credo che massaggiando loro cercassi un massaggio per me».
L'assalto nel sonno - Tra i vari casi emerge come particolarmente grave quello di un ragazzo rimasto vittima del prete tra il 2015 e il 2019, a partire dai suoi 20 anni, e che aveva confessato al 56enne di essere attratto da persone del suo stesso sesso. Don Rolando Leo, che gli aveva consigliato un percorso psicologico orientato a farlo "guarire" dall'omosessualità, ha ammesso di averlo massaggiato nella zona dei genitali almeno una decina di volte, e, in un'occasione, di averlo masturbato mentre dormiva, fino all'eiaculazione.
Una dipendenza affettiva - Il giovane aveva inoltre sviluppato un rapporto di dipendenza nei confronti di Don Leo. «A un certo punto mi ha confidato di avere trovato un padre in me», ha spiegato il sacerdote. «Alla fine ho fatto leva sul fatto che doveva fidarsi, ma oggi capisco che c'era una dipendenza patologica e che il rapporto non era paritario. Ho raggirato e tradito la sua fiducia. Non ho saputo fermarmi e raccontavo a me stesso che i massaggi potevano essere benefici».
«Cercavo una nudità più completa» - «Perché gli ha chiesto di togliersi i pantaloni?, ha chiesto poi l'avvocato Claudia Solcà, rappresentante legale della vittima. «Cercavo una nudità più completa, e per me sarebbe stato più facile raggiungere i genitali con il gomito».
Per quanto riguarda infine l'accusa di pornografia ripetuta, nel cellulare del prete sono state trovate rappresentazioni di atti sessuali con minorenni.
Il perito psichiatrico, dal canto suo, ha rilevato in lui un disturbo parafilico di tipo non esplosivo, con interesse verso il sesso maschile. Vi è un rischio di recidiva lieve e viene proposto un trattamento ambulatoriale. «Ho capito che ho delle distorsioni cognitive e che ho un'immaturità affettiva», ha commentato in tal senso il 56enne.
Dopo il carcere - Infine, interrogato rispetto al suo futuro, Don Leo ha affermato «di dover capire cosa gli sarà concesso fare»: «Vorrei precisare che ho chiesto subito un accompagnamento psicologico esterno e che, per svolgere una sorta di riabilitazione, sarò collocato presso una struttura di Erba per preti che hanno avuto difficoltà o fragilità».
La parola, al termine dell'interrogatorio, è andata nuovamente al prete. «Sono annichilito e addolorato per il danno che ho provocato», ha concluso.