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«Incredibile bassezza d'animo, ha causato gravi danni psicologici alla bambina»

Condannato a quattro anni e dieci mesi di carcere il nonno che abusò sessualmente della nipotina acquisita.
Deposit (simbolica)
«Incredibile bassezza d'animo, ha causato gravi danni psicologici alla bambina»
Condannato a quattro anni e dieci mesi di carcere il nonno che abusò sessualmente della nipotina acquisita.

LUGANO - «Ha commesso reati odiosi nei confronti di una bambina» il 78enne residente nel Luganese che tra il 2019 e il 2023, in almeno dieci occasioni, ha abusato sessualmente della sua nipotina acquisita. Lo ha detto oggi alle Assise criminali il giudice Amos Pagnamenta, condannando l'uomo a quattro anni e dieci mesi di carcere.

La Corte ha poi ordinato un trattamento terapeutico ambulatoriale e imposto il divieto a vita di svolgere attività professionali ed extraprofessionali a contatto con minori.

«Dichiarazioni meschine e vergognose» - «L'imputato ha dimostrato un'incredibile bassezza d'animo, tacciando la bambina di mentitrice. Con il suo agire ha causato gravi danni psicologici, e va detto che gli abusi sono iniziati quando la vittima era solo una bambina, e sono terminati solo perché lei ha trovato la forza di confessare quanto stava subendo».

Il giudice ha poi definito «meschini» i tentativi del 78enne di attribuire le responsabilità dell'accaduto a una presunta morbosità sessuale della nipotina. Allo stesso modo «è vergognoso sostenere che in tutto ciò lei stava cercando di fare un favore alla bambina. La realtà è che tentava solo di appagare sé stesso, in quella che è la sua pedofilia».

La credibilità della vittima è stata poi ritenuta solida. «Il modo in cui la vicenda è emersa, con la confessione alla madre, appare ragionevole e comprensibile, e la descrizione di quanto è avvenuto è pure logica e spontanea».

«Solo la questione della presunta minaccia con coltello da parte dell'anziano pare una forzatura, che non mette però a repentaglio la sua generale credibilità», ha continuato Pagnamenta, precisando che in effetti «l'imputato stesso ha ammesso che la bambina è stata oggetto di atti sessuali».

«Era attratto dalle immagini pedopornografiche» - Il nonno acquisito, al contrario, è apparso poco credibile. «Ha tentato fin dall'inizio di distanziarsi il più possibile dagli atti di cui era accusato, e anche dalla minore, dicendo che non ci parlava nemmeno. Questa sua versione ha retto finché gli inquirenti gli hanno fatto credere che sarebbero stati svolti degli accertamenti sui campioni biologici, il che l'ha spinto a confessare i toccamenti e il sesso orale».

L'affermazione secondo cui l'uomo non avrebbe alcun appetito sessuale, per la Corte, «stride inoltre in maniera decisa con il suo consumo quotidiano di video pornografici. L'imputato non era solo interessato al sesso, ma era attratto nello specifico da immagini pedopornografiche, tanto che nel 2023 è stato condannato per questo reato».

Nella commisurazione della pena, ad ogni modo, è stato tenuto conto dell'età avanzata dell'imputato.

Lacune nell'inchiesta - Pagnamenta ha infine voluto sottolineare che concorda con la difesa sul fatto che in diversi aspetti l'inchiesta ha mostrato delle mancanze. «La segnalazione fatta dalla vittima all'Estero, in primis, avrebbe dovuto essere acquisita, e ci si chiede perché la bambina non è stata sottoposta a una visita medica specialistica. Queste lacune istruttorie hanno inutilmente complicato il lavoro della Corte».

Durante il dibattimento svoltosi ieri la pubblica accusa aveva chiesto sette anni di carcere, più un trattamento terapeutico ambulatoriale, mentre la difesa aveva proposto un anno e mezzo di detenzione, e che dedotto il carcere già sofferto (dieci mesi) la pena venisse sospesa con la condizionale.

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