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«Cicatrici indelebili nel cuore della nipotina. Si taglia e ha tentato il suicidio»

Chiesti sette anni di carcere per il 78enne che abusò della nipotina acquisita. Per la difesa, invece, i dieci mesi già scontati in carcere sono sufficienti.
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«Cicatrici indelebili nel cuore della nipotina. Si taglia e ha tentato il suicidio»
Chiesti sette anni di carcere per il 78enne che abusò della nipotina acquisita. Per la difesa, invece, i dieci mesi già scontati in carcere sono sufficienti.

LUGANO - «Ha fatto passare la vittima come una bugiarda, una piccola manipolatrice, quando a causa dei suoi abusi dovrà convivere per sempre con delle cicatrici indelebili, nel cuore e nell'anima». A dirlo, questo pomeriggio alle Assise criminali di Lugano, è stata la procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, riferendosi al 78enne residente nel Luganese accusato di aver abusato sessualmente della nipotina acquisita.

Per lui la pubblica accusa ha chiesto sette anni di carcere, più un trattamento terapeutico ambulatoriale, mentre la difesa ha proposto un anno e mezzo di detenzione, e che dedotto il carcere già sofferto (dieci mesi) la pena venga sospesa con la condizionale.

La sentenza è attesa per domani alle 16.

«Non accetta le sue responsabilità» - «"Commettere un atto pedofilico non significa essere un pedofilo. Io sono una persona atipica, difficile da capire", ha detto l'imputato, in seguito al suo arresto, allo psichiatra. Stamattina ha poi parlato di disfunzioni, accampando scuse e giustificazioni, come se a commettere quegli atti sia stata un'entità terza. Presto o tardi, però, dovrà accettare le sue responsabilità», ha esordito Canonica Alexakis.

Dalla perizia psichiatrica è infatti emerso che il 78enne ha la tendenza ad accusare gli altri, elemento che, secondo la pubblica accusa, in corso d'inchiesta è certamente venuto a galla. «L'imputato ha cercato ripetutamente di far ricadere le responsabilità sulla vittima, dichiarando che lei l'ha "invitato", l'ha "provocato" e l'ha "fatto cadere in una trappola".

Trattandosi di un processo indiziario, la procuratrice ha poi presentato i risultati dell'esame di credibilità.

Un "test" superato - La vittima è stata giudicata credibile. A rafforzare la sua testimonianza, in primis, è il modo in cui ha reagito a una sorta di test a cui è stata sottoposta. «Suo papà, dato che inizialmente non le credeva, aveva deciso di mentirle, dicendole che in casa del nonno acquisito c'erano delle telecamere, e che se lei avesse detto delle bugie i filmati lo avrebbero dimostrato. "Se nulla si vede dalle telecamere, vuol dire che non erano in funzione", ha risposto prontamente la bambina, il che consolida la sua versione dei fatti».

Docce e insulti - Nei giorni successivi all'abuso principale la bambina si era inoltre fatta la doccia molte volte, prendendo anche una sgridata dalla nonna per lo spreco d'acqua.

In un'altra occasione la vittima si era poi riferita al nonno acquisito, chiamandolo per nome, dicendo che "faceva schifo". «Una frase, questa, detta all'improvviso, senza un apparente motivo», ha detto la procuratrice pubblica. «Perché mai avrebbe dovuto dire una cosa del genere, se non per gli abusi subiti?».

A insospettire ulteriormente è stato anche un messaggio inviato dalla nipotina all'anziano qualche giorno dopo gli abusi del dicembre del 2023: «Perché menti? Ti odio, ti denuncio alla polizia».

«È depressa, si taglia e ha istinti suicidi» - Infine, diversi certificati medici attestano il grave malessere che affligge la minore. «Soffre di depressione e disturbo post traumatico da stress, con frequenti istinti suicidi che l'hanno portata anche a dei tentativi. Con atti di autolesionismo che prima di quel dicembre 2023 non erano mai avvenuti».

L'imputato, al contrario, non viene ritenuto credibile. Per quanto concerne i disturbi erettili, la procuratrice pubblica ha spiegato «che stando alla moglie non impedivano lo svolgimento di rapporti sessuali completi». I disturbi «sarebbero inoltre stati curati e risolti con delle iniezioni di testosterone». E «non si può certo credere alla presunta mancanza di libido, considerato che guardava giornalmente filmati pornografici».

«Nemmeno una parole di scusa» - «Nel 78enne emerge una volontà evidente di scaricare le responsabilità di quanto successo sulla nipote, tacciata di bugiarda, cattiva e manipolatrice», ha convenuto l'avvocato Maria Galliani, rappresentante legale della vittima. «Ma è ora che si renda conto che la responsabilità è sua e solo sua. Ha abusato gravemente dell'affetto e del corpo della nipote, a cui non ha rivolto nemmeno una parola di scusa».

A intervenire è stata infine la difesa. «I fatti che abbiamo sentito oggi in aula sono difficili da ascoltare. E premetto che al mio assistito è stato diagnosticato un disturbo pedofilico, disturbo che può portare a una percezione distorta della realtà», ha detto l'avvocato Laura Rigato.

Nessun accertamento medico - «Va detto, però, che la bambina non è mai stata sottoposta ad accertamenti medici. Il motivo non lo sappiamo...e perché dopo che ha confessato gli abusi alla mamma non è stata portata subito in polizia?»

«In passato aveva inventato storie» - Secondo la difesa, oltretutto, i genitori della bambina sono stati i primi ad aver avuto dubbi sul suo racconto: «Questo perché in passato aveva inventato storie e fatto aprire un procedimento da parte dei servizi sociali a carico del padre. Non è quindi l'imputato che cerca di minare la sua credibilità, ci sono dei precedenti».

Rigato ha quindi sottolineato che inizialmente la vittima aveva riferito solo di toccamenti e leccamenti: «È stato solo dopo il rientro a scuola che ha cambiato il suo racconto, affermando di aver subito un rapporto completo».

L'avvocato, in conclusione, ha dichiarato che la bambina aveva problemi psicologici già prima dei presunti abusi «a causa della sua ADHD», e che l'anziano avrebbe a sua volta subito degli abusi sessuali all'età di otto anni.

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