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Massacrò di botte i genitori: «Comportamento folle. Ma poteva fare molto di peggio»

La difesa chiede la scarcerazione immediata per il 46enne che lo scorso anno a Losone aggredì gli anziani genitori.
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Massacrò di botte i genitori: «Comportamento folle. Ma poteva fare molto di peggio»
La difesa chiede la scarcerazione immediata per il 46enne che lo scorso anno a Losone aggredì gli anziani genitori.

LUGANO - «Aveva un tasso alcolemico attorno al due per mille e aveva assunto psicofarmaci. E se avesse voluto uccidere i suoi genitori l'avrebbe fatto: ne aveva la forza e la rabbia». Lo ha detto stamattina alle Assise criminali di Lugano l'avvocato Stefano Stillitano, rappresentante legale del 46enne che lo scorso 10 novembre a Losone aggredì furiosamente il padre 76enne e la madre 77enne.

La difesa ha chiesto che l'uomo venga condannato unicamente per ripetute lesioni semplici qualificate ai danni della madre, e ha proposto una condanna di nove mesi di detenzione sospesi con la condizionale. Qualora questa proposta dovesse essere accolta il 46enne verrebbe immediatamente scarcerato.

La sentenza è attesa per le 16.30.

«Dal padre parole di disprezzo e sberle» - «Questa è la storia di un dramma familiare, un dramma che ha origini profonde e che non è certo nato lo scorso 10 novembre», ha esordito Stillitano nella sua arringa difensiva.

«I genitori del mio assistito non sono quasi mai stati presenti nella vita dei figli, e quando il padre c'era verso il figlio aveva solo parole di disprezzo, di annichilimento, unite alle sberle. Gli errori commessi dai genitori non giustificano l'agire dell'imputato, ma ne spiegano l'origine. E la sorella ha confermato che non è mai stato sostenuto dal padre, ma solo umiliato e denigrato».

La lettera che i due anziani hanno inviato alla Corte, chiedendo per lui una pena non eccessivamente severa, «è quindi un gesto di amore di due genitori disperati, che comunque non vogliono perdere il loro figlio. È il loro modo, estremo, per chiedere scusa».

«Poteva fare di peggio» - Secondo la difesa, insomma, «la condotta dell'uomo, pur riprovevole, è comprensibile. E poteva fare di peggio, molto di peggio, considerando la sua superiorità fisica. Ha tenuto una condotta folle, ma incompatibile con il tentato omicidio».

Inoltre «va considerato che ha collaborato e ha sempre risposto alle domande degli inquirenti, e va tenuto conto del suo vissuto e del fatto che ha una figlia piccola».

Infine, vi è la scemata imputabilità di grado medio dovuta all'intossicazione alcolica in cui si trovava al momento dei fatti: stando al perito senza l'assunzione nociva di alcol il 46enne non avrebbe mai commesso questi reati.

«Avrebbe potuto colpire la madre molte volte» - Si parla poi di quanto avvenuto la mattina del 10 novembre 2024.

«L'intervento del vicino di casa è stato definito più volte "provvidenziale", ma le cose sono andate molto diversamente», ha sottolineato Stillitano. «Mentre il padre è uscito di casa per cercare aiuto l'imputato ha immediatamente avuto una colluttazione con la madre. Mi chiedo quindi come si può definire l'intervento del vicino "provvidenziale", quando in tutto quel tempo il mio assistito avrebbe potuto colpirla molte volte. Non credo che se non fosse intervenuto la madre sarebbe morta».

La difesa conviene che il 46enne ha preso a pugni la 77enne e le ha puntato il coltello verso il collo. «Il perito lascia però intendere che la ferita alla mano sia una ferita da difesa, ma questa ricostruzione non trova riscontro agli atti. Non confondiamo il puntare un coltello al collo e il colpire». Per la madre, secondo l'avvocato, si può quindi configurare il reato di ripetute lesioni semplici qualificate.

«Mai colpiti punti vitali» - Per quanto riguarda invece il padre «non c'è un riscontro oggettivo che siano stati sferrati dei calci al torso. La sua vita non è mai stata in pericolo e non sono mai stati colpiti punti vitali, perciò il tentato omicidio e le tentate lesioni gravi non sono configurabili. Si parlerebbe se mai di lesioni semplici, reato che non è però perseguibile senza querela di parte (i genitori non hanno sporto denuncia ndr.)».

Secondo la difesa, dunque, per quanto concerne l'aggressione del padre il 46enne va prosciolto da tutte le accuse.

«Sono pentito, chiedo scusa» - L'ultima parola è infine andata all'imputato. «Sono pentito di quello che ho fatto ai miei genitori e chiedo scusa. Nonostante tutto voglio loro ancora bene. Chiedo scusa anche a mia moglie, che si è dovuta fare carico di tutto questo».

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