Cerca e trova immobili
CANTONE

Si ubriaca e massacra di botte gli anziani genitori: «Ero accecato dall'ira»

«Volevo fare del male, ma non uccidere», ha dichiarato in aula il 46enne del Locarnese. In carcere, in nove mesi, ha perso quasi 30 chili: «Soffro per il fortissimo senso di colpa».
Deposit (simbolica)
Si ubriaca e massacra di botte gli anziani genitori: «Ero accecato dall'ira»
«Volevo fare del male, ma non uccidere», ha dichiarato in aula il 46enne del Locarnese. In carcere, in nove mesi, ha perso quasi 30 chili: «Soffro per il fortissimo senso di colpa».

LUGANO - Losone, 10 novembre 2024. Intorno alle 7 del mattino, dopo una notte passata a consumare alcolici, un 46enne del Locarnese si reca a casa dei suoi genitori e li aggredisce brutalmente. Sferra una decina di pugni in testa e in faccia al padre 76enne, per poi prenderlo a calci sul torace, e colpisce con altri pugni la madre 77enne, ferendola poi con un coltello. L'uomo viene infine bloccato, grazie all'intervento di un vicino di casa, mentre sta per sferrare un altro fendente.

Il 46enne, un alcolizzato affetto da un disturbo di personalità, è accusato di aver tentato di uccidere entrambi i genitori. Oggi riconosce i fatti, ma non riconosce il tentato omicidio.

«Ero in preda alla rabbia» - Tra il pomeriggio e la notte precedente al dramma, è emerso in aula, l'uomo ha bevuto tre mezzi di birra e due bottiglie di Malibu, un liquore di alta gradazione. Poi si è recato dai genitori.

«Sono andato da mio padre perché volevo delle scuse da parte sua per quello che mi ha fatto passare durante la mia infanzia e adolescenza», ha spiegato. Da questo è nata un'accesa lite.

L'imputato è quindi brevemente rientrato a casa sua, dove ha preso un coltello da cucina dalla lama lunga 19 centimetri, per poi tornare dai genitori. «Cosa le è passato per la testa?», gli ha chiesto il giudice Curzio Guscetti. «È stato un gesto istintivo, dettato dall'ira. Non parlerei di intenzionalità. Non me lo spiego...ero in preda alla rabbia più totale nei confronti di mio padre e non ragionavo lucidamente».

«Lei però, sfondando la finestra per entrare in casa, ha più volte urlato "sei morto vecchio"», ha osservato il giudice. «Sì, confermo di averlo detto», ha risposto il 46enne, dichiarando però di ricordarsi poco di quanto avvenuto successivamente.

«Volevo far del male, non uccidere» - «È andato tutto molto velocemente. Ricordo solo di aver aggredito i miei genitori nel corridoio d'entrata, ma non quanto è successo al piano di sopra».

L'imputato ha poi sostenuto di non aver mai puntato il coltello alla gola del padre. «Sono dichiarazioni che ho fatto all'inizio dell'inchiesta per ingigantire le mie responsabilità. Volevo autopunirmi, autodistruggermi».

«Emozioni incontrollate, ma non volevo uccidere» - L'uomo ha quindi aggiunto di non ricordare di aver tirato dei calci al torace del padre, né di avergli detto "crepa vecchio".

«Quali erano le sue intenzioni nel momento in cui stava aggredendo suo padre?», ha chiesto Guscetti, sottolineando che il 76enne era un soggetto a rischio, affetto da problemi di cuore e da una malattia renale cronica. «Non volevo ucciderlo. Volevo fargli del male, ma non da metterlo in pericolo la vita. Non ragionavo, è stata un'esplosione di emozioni incontrollate sfociata da anni di incomprensioni e carburata dall'alcol. In quel momento non mi sono reso conto che potevo causare gravi danni alla salute dei miei genitori e causarne la morte. Ero accecato dall'ira».

L'imputato ha poi evidenziato che prima di quel giorno non aveva mai colpito i suoi genitori: «Da sobrio non l'avrei mai fatto».

In aula si è poi parlato dello stato psicologico del 46enne e del rapporto che intratteneva con i genitori.

Una famiglia «disfunzionale» - «Ho sempre sofferto, tutta la vita, fin da bambino», ha detto lui, confermando di avere, in passato, tentato il suicidio. «Ero depresso a causa del clima familiare disfunzionale in cui sono cresciuto».

Rapporti interrotti - L'uomo ha poi dichiarato di non essere mai stato in buoni rapporti né con la madre né con il padre, precisando che al momento dei fatti non li frequentava, per scelta, da quasi un anno.

Dentro di sé, nonostante la distanza, il 46enne covava però una forte rabbia. Tanto che due giorni dopo il dramma ha definito il padre «un narcisista, un codardo, una m***a, una persona che manca di empatia» e la madre «una patologica e una falsa».

30 chili persi in nove mesi di carcere - In carcere ormai da nove mesi, l'uomo, che al momento dell'arresto pesava 105 chili e oggi ne pesa 76, ha poi affermato di soffrire molto, «anche fisicamente», per quanto fatto ai genitori. «Ho avuto problemi gastrointestinali a causa del fortissimo senso di colpa».

«Utilizzavo l'alcol come medicina» - Il giudice ha infine affrontato il tema della dipendenza da alcol. «Utilizzavo l'alcol come automedicazione, perché non avevo più energie da investire in una psicoterapia», ha spiegato l'imputato, precisando che oggi «non sente la necessità di bere» ma che, posto davanti a una bottiglia, potrebbe ricaderci.

Guardando al futuro, infine, il 46enne ha detto di «voler rimediare ai danni fatti, cercare di sistemare la situazione familiare e ritrovare un lavoro».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE