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Il giorno dopo la sentenza: «Non esistono violenze "lievi"»

Don Leo è fuori dal carcere, ma «per le vittime non esiste prescrizione né condizionale», afferma l'associazione GAVA
Depositphotos (VadimVasenin)
Fonte GAVA
Il giorno dopo la sentenza: «Non esistono violenze "lievi"»
Don Leo è fuori dal carcere, ma «per le vittime non esiste prescrizione né condizionale», afferma l'associazione GAVA

LUGANO - All'indomani della sentenza contro don Rolando Leo, condannato giovedì 14 agosto a un anno e mezzo di carcere, di cui sei mesi sospesi con la condizionale per un periodo di prova di due anni, arriva la presa di posizione dell'Associazione Gruppo di Ascolto per Vittime di Abusi in Ambito Religioso (GAVA).

Parole come pietre - Nel comunicato stampa vengono deplorate alcune espressioni pronunciate in aula. «Tante persone vittime — di questo sacerdote, di altri preti o di qualsiasi altro abusante — leggeranno o ascolteranno questa sentenza. Come si sentiranno, quando leggeranno di “casi di coazione sessuale lievi”, di episodi definiti “non così gravi”? Quando troveranno scritto che “il numero dei casi è ridotto”; che c’è stato “sincero pentimento” e “collaborazione con le indagini”? Quando vedranno descritti atti su zone del corpo come se ciò potesse stabilire una scala di dolore?».

GAVA mette l'accento anche sulle numerose lettere di sostegno giunte in carcere a don Leo, nelle quali il sacerdote viene perdonato per il suo comportamento. «Solo chi ha subito abusi può decidere se perdonare; farlo al loro posto è mancanza totale di rispetto ed empatia».

I traumi non vanno in prescrizione - GAVA ribadisce con forza che ogni abuso sessuale su un minorenne o su una persona vulnerabile «è un abuso di troppo. Non esistono violenze “lievi”. La sofferenza di chi ha subito abusi non dipende da fattori quantitativi (quante volte è successo) o qualitativi (che tipo di contatto fisico, su quali parti del corpo…) e nemmeno da come si sono svolte le indagini». Nessuna vittima di abuso sessuale potrà mai ‘archiviare’ il trauma o cancellarne la sofferenza e le conseguenze che dureranno tutta la vita. «Per le vittime non esiste prescrizione né condizionale: solo la possibilità di chiedere aiuto per imparare a convivere con quanto accaduto».

L'importanza della testimonianza - GAVA sottolinea poi l'importanza della denuncia di ogni abuso. «Parlare è un primo passo fondamentale. Alcune vittime lo hanno fatto, affrontando ora un momento durissimo: rivivere tutto ed essere, allo stesso tempo, esposte a livello mediatico». Poi un appello agli operatori dell'informazione: «Tutti ne parlano! Un appello: scegliete con cura le parole per non ferire ancora chi ha già subito abusi». E non è detto che tutti i casi siano venuti alla luce: «Forse la realtà è più grave di quanto sappiamo. Forse ci sono altre vittime che non hanno parlato, e nessuno può giudicarle».

Benvenuto obbligo di denuncia - GAVA sostiene la decisione del Consiglio di Stato di introdurre l’obbligo di denuncia nella legge cantonale sulla Chiesa cattolica e quella evangelica riformata. «Chi viene a conoscenza di un reato di questo genere deve denunciarlo: nella Chiesa come in qualsiasi ente od organizzazione. Non è sempre stato così!».

L'associazione è pronta ad ascoltare e sostenere, con il massimo rispetto, chiunque abbia subito abusi. Abbiamo un numero di telefono per informazioni e per le vittime: 091 210 22 02 (indirizzo e-mail info@ascoltogava.ch e sito https://ascoltogava.ch)

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