Addio all’abete "sdraiato" del Ciani



La segnalazione di una lettrice: «Abbattute anche diverse palme del boschetto». Ma la Città chiarisce che si tratta di tagli «inevitabili».
La segnalazione di una lettrice: «Abbattute anche diverse palme del boschetto». Ma la Città chiarisce che si tratta di tagli «inevitabili».
LUGANO - «Perché sono stati tagliati?». A chiederlo è una lettrice che, nei giorni scorsi, passando per il parco Ciani, ha notato la rimozione di diversi alberi. Fra questi l’abete “sdraiato” nel prato a lato del palazzo dei congressi.
«Una strage di alberi al Ciani» - «Hanno abbattuto anche un po’ di palme: una strage di alberi», ha commentato la donna residente a Lugano, mostrando perplessità sull’operazione.
«Rotto dalle precipitazioni» - Da noi contattata, la divisione Spazi urbani della Città ha precisato come il taglio dell’abete si fosse reso necessario a fine settembre poiché «si è rotto - spiega Elena Riboldi - a seguito delle forti precipitazioni di quei giorni».
Rimosse le palme rovinate - Per quanto riguarda le palme presenti nel “boschetto”, sono state rimosse quelle «deperenti e quelle rovinate», fra cui una «vandalizzata e incendiata di recente».
Sono specie invasive - E ancora: «Si ricorda, comunque, che le piante in questione (Trachycarpus fortunei) sono specie invasive ai sensi dell’OEDA, e vengono ancora tollerate solo laddove hanno una funzione paesaggistica e possono essere gestite conformemente alle disposizioni cantonali».
Sfoltimento periodico «necessario» - Le palme «hanno infatti un enorme potenziale invasivo, problematico soprattutto per gli ambienti naturali (in particolar modo l’area forestale). In un boschetto fitto come quello del parco Ciani è quindi inevitabile che periodicamente sia necessario procedere a uno sfoltimento».
Nessun altro taglio in programma - In generale, «non sono programmati tagli di alberi, a meno che vengano resi necessari per questioni legate al deperimento o di sicurezza del parco e non sono state piantate nel parco nuove piante».
Rimozione di 48 ippocastani - A fine 2024, diversi lettori avevano segnalato il taglio di un cospicuo numero di ippocastani sul lungolago. Si trattava, come aveva fatto sapere la città, di vecchi alberi che avevano raggiunto «la fine del loro sviluppo».
I 58 tigli argentati - Negli ultimi anni «nella tratta in questione - scriveva ancora la Città di Lugano - è già stato necessario rimuovere 10 ippocastani. In generale gli alberi rimanenti presentano importanti difetti strutturali a livello del colletto, del fusto e della chioma che comportano limitate prospettive future e un rischio accresciuto di cedimenti». Da qui la decisione di piantare 58 tigli argentati, una specie che «sopporta meglio dell’ippocastano le mutate condizioni ambientali causate dal cambiamento climatico e dai parassiti introdotti recentemente».