«Sono nel posto giusto. Ambrì? Dispiaciuto per Duca e Cereda»


Daniel Manzato è il nuovo coach dei portieri del settore giovanile del Friborgo, club nel quale è cresciuto: «Adoro poter trasmettere ai giovani estremi difensori la mia esperienza e la passione che ho sempre nutrito per questo ruolo».
Nella sua carriera il 41enne ha difeso i pali di Friborgo, Kloten, Ambrì, Basilea, Rapperswil, Lugano, Ginevra e Berna in Svizzera, così come quelli di Victoriaville Tigres, Albany Rivers Rats, Charlotte Checkers e Las Vegas Wranglers in Nord America.
Daniel Manzato è il nuovo coach dei portieri del settore giovanile del Friborgo, club nel quale è cresciuto: «Adoro poter trasmettere ai giovani estremi difensori la mia esperienza e la passione che ho sempre nutrito per questo ruolo».
Nella sua carriera il 41enne ha difeso i pali di Friborgo, Kloten, Ambrì, Basilea, Rapperswil, Lugano, Ginevra e Berna in Svizzera, così come quelli di Victoriaville Tigres, Albany Rivers Rats, Charlotte Checkers e Las Vegas Wranglers in Nord America.
FRIBORGO - Da qualche mese Daniel Manzato ricopre il ruolo di allenatore dei portieri delle categorie U18 e U21 del Friborgo.
Il 41enne aveva appeso i pattini al chiodo al termine del campionato 2023/2024, dopo aver terminato la sua esperienza fra le fila del Berna. «Sono nato a Friborgo ed è un piacere poter collaborare con il club nel quale sono cresciuto e che mi ha permesso di diventare un professionista», sono state le parole di Manzato. «Sono un grande appassionato di hockey e di portieri, per cui sono nel posto giusto».
Come ti trovi in queste nuove vesti?
«Adoro poter trasmettere ai giovani estremi difensori la mia esperienza e la passione che ho sempre nutrito per questo ruolo. Già durante le ultime stagioni della mia carriera da giocatore avevo capito che lavorare con i ragazzi sarebbe stata una direzione che avrei voluto prendere. Ero ormai diventato una sorta di mentore, dato che – avendo più esperienza – dovevo aiutare il mio giovane compagno di reparto a mantenere alta la concentrazione. Mi è successo a Berna con Wüthrich, a Ginevra con Descloux e anche a Lugano con Merzlikins, ma sono sempre stati dei confronti arricchenti».
Insieme a David Aebischer e Florian Brügger, Manzato è inoltre uno dei tre allenatori dei portieri responsabili del raggruppamento Les Griffons, che comprende la parte sud del Canton Friborgo.
«Lavoriamo con i giovani locali e li aiutiamo a crescere, supervisionando il programma di tutti i portieri che giocano nella regione. Oltre a questo abbiamo la possibilità di dialogare regolarmente fra di noi – sul metodo di lavoro da adottare e sulla filosofia da inculcare a ogni livello – e trovo che sia la carta vincente. In un settore giovanile il lavoro di formazione è abbastanza intenso e variato, anche perché si parte dalle categorie dei più piccoli (U9 e U11), fino ad arrivare ai ragazzi già formati della U20 Elit. Una parte del mio lavoro consiste proprio nel cercare di insegnare le basi ai portieri più giovani, di modo che possano poi togliersi le loro soddisfazioni nelle categorie superiori».
Il 41enne è anche l'allenatore dei portieri della U18 svizzera...
«Ho iniziato nella scorsa stagione con la U17 e quest’anno tutto lo staff al completo si è spostato nella categoria U18, per poter permettere agli stessi ragazzi di lavorare nelle migliori condizioni. Vivrò di conseguenza una nuova e stimolante avventura con la formazione di Patrick Schöb, dove avrò modo di collaborare con dei portieri provenienti da tutta la Svizzera».
Come vedi il futuro dei giovani portieri nel campionato di National League?
«Attualmente nelle 14 compagini della massima serie non ci sono molti posti a disposizione, ma esistono delle possibilità per poter emergere. Sempre più squadre hanno infatti optato per due buoni estremi difensori svizzeri, che si dividono i compiti grazie a una sana concorrenza interna, e questo permette a tutti di poter migliorare costantemente. Portieri del futuro? Ce ne sono diversi in rampa di lancio, ma dico di fare attenzione a Christian Kirsch ed Elijah Neuenschwander».
Come giudichi finora il campionato di National League?
«Mi ha sorpreso la regolarità del Davos. È impressionante come i grigionesi riescano a trovare costantemente una soluzione per vincere le partite. Non sono sempre dominanti, ma hanno un gioco davvero efficace. Dal canto loro i miei ex compagni del Berna hanno vissuto un inizio complicato, nel quale è cambiato anche l'allenatore. Trovo che gli Orsi siano abbastanza solidi a livello difensivo, ma offensivamente hanno mostrato troppa sterilità e se nessuno segna non si possono vincere le partite. Friborgo? La squadra non è partita male, nonostante ci siano state diverse novità rispetto alla scorsa stagione. Sono fiducioso in vista del prosieguo del campionato».
Un commento su Ambrì e Lugano, le tue due ex squadre.
«Sono molto dispiaciuto per la situazione che si è venuta a creare intorno a Luca Cereda e Paolo Duca. Sono due persone che ho apprezzato molto durante la mia permanenza in Leventina e sono stati importanti per me - anche a livello umano - e fa strano non vederli più ad Ambrì. In tutto questo tempo hanno fatto molto per la società e reputo incredibile la loro longevità in seno al club, non capita spesso in questo ambiente. Per quanto riguarda il Lugano invece, ho l'impressione che la squadra stia ancora cercando gli equilibri giusti e una certa costanza dopo aver cambiato tanto nel corso del 2025. Vedremo se i bianconeri riusciranno a mettere insieme, relativamente in fretta, tutti i pezzi del puzzle».