Gioielli impossibili da vendere, «nello stato in cui si trovano»

Gli investigatori sono al lavoro sulle attrezzature abbandonate dai ladri e sperano in una traccia di Dna che permetta la loro identificazione
PARIGI - Gli inquirenti francesi sono al lavoro per chiarire dinamica e responsabilità del clamoroso furto commesso domenica mattina al Louvre. Gli uomini della Polizia tecnico-scientifica sono al lavoro nella galleria Apollon, dove si trovavano i gioielli di Napoleone sottratti. Sono stati compiuti vari rilievi, in particolare sulla porta-finestra rotta per entrare nell'edificio. La speranza è che i criminali abbiano commesso un errore, lasciando tracce di Dna utili alla loro identificazione.
Anche la piattaforma montacarichi usata per il furto è stata rimossa ed è a disposizione degli investigatori. «Stiamo facendo tutto il possibile per assicurare alla giustizia i responsabili di questo atto inaccettabile il più rapidamente possibile», assicura il ministro dell'Interno francese Laurent Nuñez. Il furto ha puntato i riflettori dei media di tutto il mondo su Parigi e la polizia dovrà fare i conti con una pressione enorme.
Da che punto partono le indagini? I video delle telecamere di sorveglianza della zona potranno essere utili per documentare la fuga del gruppo criminale, intanto vengono passate al microscopio le attrezzature ritrovate sulla scena del crimine. Si tratta, secondo le informazioni di Le Parisien, di una fiamma ossidrica, due smerigliatrici angolari, benzina, guanti, un walkie-talkie. C'è poi un gilet giallo, perso durante la fuga. La chiusura del Museo per l'intera giornata, hanno spiegato fonti dello stesso Louvre all'agenzia stampa Afp, è stata necessaria per «preservare tracce e indizi per le indagini».
I malviventi hanno messo le mani su nove oggetti, di valore inestimabile: due corone - tra cui quella dell'imperatrice Eugenia, recuperata con danni evidenti - e poi una collana, una spilla, degli orecchini e una parure di gioielli. Un secondo oggetto è stato trovato, ma gli inquirenti non hanno spiegato di cosa si tratta. Gli esperti di arte e gioielli sono concordi: è impossibile vendere la refurtiva «nello stato in cui si trova». Alexandre Giquello, presidente della casa d'aste Drouot, ha spiegato a LCI che «il valore di mercato di questi lotti, che saranno probabilmente smembrati per estrarre l'oro da un lato e i diamanti o le pietre preziose dall'altro, è incomparabile rispetto al loro valore storico, patrimoniale e universale».