FFS Cargo: incertezza per il deposito di Chiasso

Una decisione definitiva non è però ancora stata presa. Oltre al centro ticinese anche quelli di Buchs e Briga rischiano di chiudere. Il Comitato ticinese si oppone con fermezza
BERNA - Il deposito di FFS Cargo a Chiasso potrebbe avere i giorni contati. E insieme a esso potrebbero chiudere anche quelli di Buchs e Briga. È quanto anticipato questa mattina dalla Sonntagsblick.
Una decisione definitiva non è però ancora stata presa. Un portavoce di FFS Cargo ha spiegato ai colleghi d'oltralpe che la volontà dell'azienda è quella di coinvolgere i collaboratori fin dalle prime fasi del processo di valutazione. Prima del 2027 però non verranno intraprese misure.
L'azienda sta vivendo un vero e proprio terremoto. Solo nel 2024 ha registrato perdite per 76 milioni. Un deficit che ha convinto il Ceo Alexander Muhm a lanciare una ristrutturazione completa.
L'annuncio dello scorso maggio, dell'imminente taglio di 65 impieghi (40 dei quali in Ticino), aveva scatenato le proteste dei sindacati.
Le chiusure dei depositi, ora in discussione, riguardano però un altro settore di attività, il traffico a carri isolati (Tci). In questo caso, i singoli carri merci vengono raccolti, distribuiti e assemblati nei depositi per formare treni completi. Un settore che da anni "sanguina".
Secondo le FFS, non è ancora possibile quantificare il numero di posti di lavoro che saranno interessati dagli adeguamenti. Oltre ai macchinisti, anche il personale addetto alle manovre nei depositi potrebbe essere coinvolto. L'Associazione svizzera dei macchinisti (VSLF) ha già lanciato l'allarme sottolineando le «enormi ripercussioni sul personale di locomotiva».
Il motivo? Tutti i tragitti dei macchinisti iniziano nei depositi. Se il loro numero si riduce, il rischio che le ore di viaggio aumentino è più che concreto. Secondo il VSLF, è prevedibile che si verifichino ulteriori turni mattutini e notturni estremi. Un allarme che però il portavoce delle FFS non condivide. «Le FFS devono impiegare i dipendenti dove c'è lavoro. Sono necessarie capacità di adattamento nella rete di trasporto merci e flessibilità dei collaboratori».
La notizia non poteva lasciare indifferente il Comitato No allo smantellamento di FFS Cargo in Ticino, che esprime una «chiara e inequivocabile opposizione a questo ennesimo affronto verso il nostro Cantone e verso i ferrovieri di Cargo». La popolazione e le autorità cantonali e comunali sono chiamate alla mobilitazione, a partire dalla riunione del comitato in programma giovedì 25 settembre alle 17 al Ristorante Casa del Popolo a Bellinzona.