«In Svizzera troppi ospedali che fanno tutto»

Sanità sempre più cara, le ricette di Saskia Schenker, direttrice di prio.swiss: «Stop ai doppioni».
BELLINZONA - «L’unione degli assicuratori in un’associazione comune è una grande opportunità per l'intero sistema sanitario». Così la pensa Saskia Schenker, direttrice di prio.swiss. La nuova associazione mantello degli assicuratori malattia svizzeri è nata a inizio 2025. Una voce unica dunque per le casse malati. «E così potremo lavorare meglio nell'interesse degli assicurati nel campo dell’assicurazione di base».
Cosa propone prio.swiss nel concreto?
«L’offerta sanitaria è gestita da 26 entità cantonali che pilotano la pianificazione ospedaliera e finanziano l’assicurazione di base, insieme a chi paga i premi. C'è un forte potenziale di risparmio. Con oltre 270 strutture, la Svizzera ha una densità ospedaliera eccessiva».
Stop ai doppioni dunque?
«Vogliamo dialogare con i Cantoni per rafforzare le cure ambulatoriali e una pianificazione ospedaliera intercantonale. È così possibile aumentare la qualità delle cure con la specializzazione degli ospedali e togliere effettivamente i doppioni infrastrutturali portando risparmi per gli assicurati».
Il problema delle finanze è sempre quello principale.
«Seguiamo con attenzione l’attuazione del finanziamento uniforme, che cambierà la ripartizione finanziaria tra Cantoni e assicuratori e favorirà il passaggio al settore ambulatoriale».
Si dice che questa trasformazione dovrebbe portare benefici per tutti. Sarà vero? E dove vorreste ancora intervenire?
«I vantaggi saranno per assicurati e pazienti. Dal 2028, Cantoni e assicuratori finanzieranno insieme i settori stazionario e ambulatoriale e, dal 2032, anche le cure di lunga durata. Stiamo poi lavorando con i partner per introdurre dal 2026 la nuova tariffa medica, composta da TARDOC e forfait ambulatoriali. Per contenere i costi dei farmaci, puntiamo invece sull’applicazione degli sconti sui farmaci ad alto fatturato».
Da qualche anno sono innumerevoli le proposte politiche volte riformare il sistema sanitario. Tanto fumo e poco arrosto?
«I molti tentativi di revisione della LAMal e delle sue ordinanze, e l’intensa attività parlamentare a Berna, indicano la necessità della popolazione di avere risposte alle sfide del sistema sanitario. Con il finanziamento uniforme e la nuova tariffa ambulatoriale abbiamo già posto due capisaldi importanti».
Ma forse non basteranno. O no?
«Noi continueremo a lavorare per migliorare il sistema. Riteniamo però che i Cantoni debbano assumersi una maggiore responsabilità cooperando nell’organizzazione comune delle cure e nella pianificazione ospedaliera. A livello federale, invece, sarebbe utile una pausa dalle continue regolamentazioni; troppa agitazione tende a far crescere i costi invece di contenerli. Ora bisognerà attuare le riforme avviate, come il nuovo tariffario medico e il finanziamento uniforme».
Personalmente che bagaglio può portare a questa causa?
«Conosco bene il mondo delle associazioni mantello e mi trovo a mio agio nel ruolo di mediatrice tra economia, politica e società. Sono portata per la negoziazione. Amo la discussione costruttiva».
Sembra convinta.
«Sì. Sono convinta che con i nostri membri e lavorando con altri attori del settore, possiamo migliorare il sistema dell’assicurazione malattia di base. E questo a vantaggio degli assicurati, che come me vogliono godere anche tra vent'anni di uno dei migliori sistemi sanitari al mondo con premi sostenibili».