No ad amnistie a combattenti svizzeri dell'ISIS e in Ucraina

Il Consiglio Nazionale ha respinto due iniziative, una dell'UDC e una del PS
BERNA - Il Consiglio Nazionale non intende riabilitare sistematicamente i cittadini svizzeri che hanno combattuto nella guerra civile in Siria contro il gruppo terroristico Stato Islamico (IS) e che per questo sono stati condannati. Mercoledì ha respinto un’iniziativa parlamentare che chiedeva tale riabilitazione.
A presentare la proposta era stato il consigliere nazionale Lukas Reimann (UDC/SG). Egli chiedeva che fossero annullate le condanne inflitte a cittadini svizzeri che hanno combattuto all’estero contro l’IS e per la democrazia, come lui stesso ha formulato. Il Consiglio Nazionale ha respinto l’iniziativa con 116 voti contrari, 68 favorevoli e 6 astensioni; la proposta è quindi archiviata.
Reimann ha menzionato, nella sua iniziativa, il caso di Johan Cosar. L’ex sergente fu condannato nel 2019 dal Tribunale militare di Bellinzona a una pena pecuniaria sospesa di novanta aliquote giornaliere, per il suo coinvolgimento in una milizia cristiana in Siria. Fu però assolto dall’accusa di reclutamento per un esercito straniero.
I genitori di Cosar sono di origine assira e quindi cristiani. Con altri, Cosar aveva formato il Consiglio Militare Siriaco (Syriac Military Council), in cui operò tra il 2013 e il 2015. Tuttavia, lo fece senza l'autorizzazione del Consiglio federale, necessaria per qualsiasi intervento legale di un soldato svizzero all’estero.
La Commissione giuridica del Consiglio Nazionale (RK-N) ha respinto l’iniziativa parlamentare, affermando che era a conoscenza di un solo caso di cittadino svizzero condannato per aver combattuto in Siria contro l’IS, ovvero proprio Cosar. Ha deciso quindi di non sostenere una riabilitazione generale, per evitare di creare un precedente giuridico.
Rappresentanti del Partito Socialista (PS), dei Verdi e del Partito Liberale Verde (GLP) si sono espressi a favore dell’iniziativa. A loro avviso, occorre valutare se le norme che vietano il servizio militare straniero siano ancora adeguate al contesto attuale. L’IS è, infatti, un’organizzazione terroristica proibita per legge in Svizzera.
È stata respinta anche un’altra proposta di riabilitazione, riguardante cittadini svizzeri condannati per aver combattuto all’estero. Il Consiglio Nazionale ha infatti bocciato anche un’iniziativa parlamentare di Jon Pult (PS/GR), con 125 voti contrari, 64 favorevoli e 1 astensione.
Questa seconda iniziativa chiedeva un’amnistia per i combattenti svizzeri in Ucraina. Attualmente, in Svizzera, sono in corso oltre una dozzina di procedimenti penali contro persone coinvolte in combattimenti sul territorio ucraino.
Anche in questo caso, la commissione competente ha raccomandato il rigetto. A suo avviso, concedere un’amnistia a questi e ad altri combattenti significherebbe inviare un segnale politico in un conflitto armato in corso. Ciò non sarebbe compatibile con la neutralità svizzera e potrebbe avere conseguenze politiche indesiderate, sia a livello interno che internazionale.