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SVIZZERA

Tre miliardi e mezzo per il traffico regionale

Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati approvando, con 37 voti contro 2 (2 astenuti), il relativo credito.
TiPress
Fonte ATS
Tre miliardi e mezzo per il traffico regionale
Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati approvando, con 37 voti contro 2 (2 astenuti), il relativo credito.

BERNA - Il traffico regionale viaggiatori (TRV) deve ricevere 3,525 miliardi per il periodo 2026-2028, ossia 160 milioni in più di quanto chiesto dal Consiglio federale.

Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati approvando, con 37 voti contro 2 (2 astenuti), il relativo credito.

Il TRV, che comprende l'offerta di treni e autobus regionali (non a lunga percorrenza, né i trasporti urbani) e singoli collegamenti con impianti a fune e battelli, viene utilizzato da circa 2,5 milioni di persone al giorno. I circa tre miliardi e mezzo di franchi servono per indennizzare i costi d'esercizio, l'ampliamento dell'offerta, gli investimenti in veicoli elettrici, la manutenzione e l'innovazione nel settore. I ricavi da biglietti e abbonamenti attualmente coprono solo circa la metà dei costi; Confederazione e Cantoni si fanno quindi carico del restante.

Nel suo messaggio, il governo aveva chiesto 3,365 miliardi. Tale importo tiene conto di una riduzione del livello dei fondi federali destinati al trasporto regionale dal 2027 in linea con il pacchetto di sgravio del Consiglio federale. La proposta prevede che, a partire da quell'anno, i costi non coperti pianificati vengano ridotti del 5%.

È vero che il Parlamento non si è ancora espresso sul pacchetto di risparmio della Confederazione. Tuttavia, come già anticipato dal Consiglio federale in primavera, anche il settore dei trasporti pubblici dovrà contribuire allo sforzo di contenimento della spesa, ha sostenuto Esther Friedli (UDC/SG).

Il credito d'impegno presentato dal governo è improntato all'equilibrio: offre ai Cantoni e alle imprese di trasporto la necessaria affidabilità, senza tagli effettivi, ma semplicemente moderando la crescita dei costi, ha sottolineato la sangallese. L'aumento richiesto rispetto al credito approvato nel novembre 2021 è infatti contenuto, pari a circa il 2,3%.

In fase di consultazione, Cantoni e aziende hanno chiesto incrementi ben più consistenti, fino al 9%. Ma tali risorse, ha affermato Friedli, vanno trovate altrove: migliorando la copertura dei costi, riducendo le spese superflue e rendendo più efficiente l'offerta di trasporto.

Credere che tutte le imprese possano sopportare queste riduzioni unicamente con misure di razionalizzazione ed efficienza è un'illusione, ha replicato Charles Juillard (Centro/JU). "Basta considerare i costi fissi legati al personale o, ad esempio, il continuo aumento delle spese energetiche per capire quanto questa visione sia irrealistica".

Per Juillard, membro del consiglio d'amministrazione delle Ferrovie giurassiane (CJ), le conseguenze sono chiare: inevitabilmente si arriverà a una riduzione dell'offerta, con un impatto particolarmente duro per le regioni periferiche. Sarà quindi indispensabile monitorare con attenzione gli effetti sia sul livello del servizio sia sulla redditività delle imprese, poiché non tutti i Cantoni avranno la capacità di compensare i minori contributi della Confederazione.

La relatrice commissionale Marianne Maret (Centro/VS) ha in seguito spiegato che i 160 milioni supplementari corrispondono a un terzo della differenza tra la proposta del Consiglio federale e le richieste delle aziende. Un secondo terzo potrà essere compensato da misure di efficienza e risparmi (ad esempio acquisti comuni di materiale rotabile o rinvio/ridimensionamento di progetti edilizi), mentre l'ultimo terzo dovrebbe derivare dall'aumento delle entrate legato alla maggiore frequentazione dei mezzi pubblici.

Alcuni senatori hanno inoltre stigmatizzato l'introduzione di misure di risparmio ancor prima che il pacchetto di sgravi sia discusso dal Parlamento. Come ha ricordato Juillard, è fondamentale che le misure di contenimento della spesa vengano valutate nel loro complesso, e non affrontate in ordine sparso. Al voto, la Camera ha approvato i 160 milioni supplementari con 26 voti contro 14 e 2 astensioni.

Il dossier passa ora all'esame del Consiglio nazionale.

Treni navetta

Il Consiglio degli Stati ha in seguito approvato - con 35 voti contro 2 e 2 astenuti - una revisione legislativa che permetterà alle imprese ferroviarie che gestiscono treni navetta per il carico di automobili di beneficiare di fideiussioni solidali da parte della Confederazione per l'acquisto di materiale rotabile.

In Svizzera, attualmente vi sono quattro stazioni di carico di autoveicoli: quelle del Lötschberg e della Vereina coprono i propri costi. La Furka, non essendo finanziariamente autonoma, riceve indennità d'esercizio dalla Confederazione, mentre la stazione di carico al Sempione è attualmente finanziata dal Vallese, ma dal 2026 sarà cofinanziata dalla Confederazione.

Secondo la legge sui sussidi, le fideiussioni federali valgono come aiuti finanziari e possono pertanto essere concesse solo per prestazioni che la Confederazione ordina e retribuisce. Le stazioni di carico di autoveicoli il cui esercizio copre i costi oggi non possono quindi avvalersi di questo strumento. Il disegno di legge approvato oggi permetterà di risolvere questo problema.

La revisione legislativa torna ora al Consiglio nazionale per l'esame di una divergenza minore.

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