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SVIZZERA

UDC e PS in crescita, temi ecologisti poco sexy

Questa è la situazione della politica federale, al giro di boa della legislatura
20min/Matthias Spicher
Fonte Eva Surbeck, Keystone-ATS
UDC e PS in crescita, temi ecologisti poco sexy
Questa è la situazione della politica federale, al giro di boa della legislatura

BERNA - UDC in ascesa, PS in rimonta, Centro stabile, PLR, Verdi e Verdi liberali in calo. È questa la situazione dei principali partiti svizzeri a metà legislatura. I politologi vedono però nella nuova copresidenza una possibilità per i liberali-radicali.

Dalle ultime elezioni federali, datate autunno 2023, l'UDC ha ottenuto i risultati migliori: secondo i dati dell'Ufficio federale di statistica (UST), negli ultimi due anni ha guadagnato 32 seggi in dieci parlamenti cantonali.

Il PLR ha invece smarrito undici poltrone, mentre il bilancio in casa Centro è sostanzialmente neutro (+1). Il PVL ha dal canto suo perso otto seggi. A sinistra, il PS ha guadagnato terreno (+15). Tutt'altra musica per i Verdi, che hanno accusato un'emorragia di 19 rappresentanti nei vari legislativi.

Temi ecologisti poco sexy - «I temi dei Verdi e del PVL hanno perso visibilità in generale», commenta la politologa Sarah Bütikofer all'agenzia Keystone-ATS. Gli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti, non si sono finora tradotti in successi elettorali.

«È molto probabile che la sinistra sarà più propensa a mobilitarsi nei prossimi anni su temi sostenuti dal PS, come l'alloggio o le assicurazioni sociali», prosegue l'esperta. Bütikofer vede anche un potenziale per questioni come migrazione, sicurezza e neutralità.

Secondo Bütikofer, il PLR sta affrontando venti contrari. All'inizio dell'anno, ha persino perso l'etichetta di forza numero uno nel Gran consiglio di Soletta, che deteneva dalla fine del XIX secolo.

Il politologo Sean Müller ritiene che i liberali-radicali e il Centro si trovino in effetti in una situazione difficile. I primi continuano a perdere voti praticamente ovunque e in tutti i segmenti di elettorato, il secondo esercita poca influenza al di fuori della sua base. Stando al losannese comunque, gli accordi con l'Unione europea e i dazi americani forniscono delle chance al PLR.

Vincitore segreto - Finora, sembrava che l'UDC, con la sua strenua opposizione all'Ue, stesse giocando a un gioco redditizio fin dagli anni '90. Ma dopo il colpo inflitto dalle tariffe doganali e la polemica sull'acquisto dei caccia F-35 di produzione statunitense, Bruxelles sembra improvvisamente un vicino amichevole. Tra tutti i partiti, sottolinea Müller, il PLR potrebbe uscire come il "vincitore segreto" dal dossier europeo.

Dato che le elezioni federali si svolgono nei cantoni, i politologi vedono i presidenti di partito in prima linea nel ruolo di motivatori e per creare l'atmosfera giusta. Se lo spettro coperto dai candidati è ampio e la campagna è animata, le possibilità di successo aumentano, evidenzia Müller.

«Una presidenza carismatica può dare a un partito un grande slancio», conferma Bütikofer. «Una presidenza sbiadita, d'altra parte, è un handicap». In questo senso, UDC, PS, Verdi e PVL sono piuttosto collaudati, mentre PLR e Centro devono recuperare terreno.

Tuttavia, la copresidenza verso la quale si avvia il PLR sta aprendo nuove strade e, data l'attuale situazione politica globale, avrà l'opportunità di posizionarsi in modo chiaro. La nuova leadership non ha però molto tempo, poiché le elezioni, a vari livelli, si stanno svolgendo una dopo l'altra.

L'affiatamento è la chiave - Il 18 ottobre, i delegati liberali-radicali decideranno chi succederà a Thierry Burkart. Per Müller, con la consigliera nazionale sangallese Susanne Vincenz-Stauffacher e il consigliere agli Stati glaronese Benjamin Mühlemann, è stata creata «all'ultimo momento una copresidenza dal nulla, che riflette molto bene la diversità interna».

Stando a Bütikofer, il fattore chiave sarà l'affiatamento della futura coppia dirigente. «Se la presidenza a due del PS è praticamente composta da amici d'infanzia, per quanto ne so non è la stessa cosa per i candidati del PLR».

PLR e Centro dovranno poi anche concentrarsi sul Consiglio federale, con il secondo seggio liberale-radicale a rischio e che fa gola proprio alla formazione guidata da giugno da Philipp Matthias Bregy. Müller ricorda in ogni caso i recenti affanni dei centristi nel trovare due nomi da proporre come delfini in governo di Viola Amherd: «Sentire che un partito così rivendica una doppia poltrona sembra uno scherzo di cattivo gusto».

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