Berna non si arrende: «Andremo avanti con i negoziati»

Il Consiglio federale non si perde e d'animo e tenta di ottenere un trattamento equo. Nessuna contromisura e resta in contatto con i settori interessati dell’economia svizzera e con le autorità statunitensi.
BERNA - Dopo l’annuncio da parte degli Stati Uniti di un aumento dei dazi supplementari al 39% sui prodotti provenienti dalla Svizzera, il Consiglio federale ha deciso oggi di proseguire le trattative e non adottare nessuna contromisura. L'obiettivo? Ottenere un trattamento equo.
Lo indica una nota odierna governativa odierna, in cui si precisa che il governo è in contatto con i settori interessati dell’economia elvetica e con le autorità statunitensi. «Attraverso i suoi contatti con il mondo economico - si legge nel comunicato stampa - il Consiglio federale ha sviluppato nuovi approcci per le discussioni con la controparte e continuerà a negoziare per raggiungere un accordo. Per migliorare la situazione dei dazi doganali e tenendo conto delle preoccupazioni degli Stati Uniti, la Svizzera entrerà in questa nuova fase con l’intenzione di presentare loro un’offerta più interessante».
La Svizzera si impegna dunque per ottenere un trattamento equo rispetto ai suoi principali concorrenti, al fine di mantenere buone condizioni quadro per la sua economia, e conclude ricordando che «per evitare licenziamenti in caso di perdita temporanea e inevitabile di posti di lavoro riconducibile ai nuovi dazi doganali, sarà possibile ricorrere al collaudato strumento dell’indennità per lavoro ridotto».
In base alla tariffa doganale annunciata dal governo statunitense per la Svizzera il 31 luglio 2025, quasi il 60 % delle merci svizzere esportate negli Stati Uniti sarà soggetto a un dazio aggiuntivo del 39 % a partire dal 7 agosto 2025. Ciò comporta per il nostro Paese dazi particolarmente elevati rispetto ad altri partner commerciali degli USA con una struttura economica comparabile (UE: 15 %, Regno Unito: 10 %, Giappone: 15 %).