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SVIZZERA

«Consumo pedopornografia». Il terapista lo denuncia ma il Tribunale gli dà ragione

Un allenatore di ping pong ha contestato lo svincolo dal segreto professionale. La struttura: «Abbiamo agito per coscienza, lavora con minorenni»
Depositphotos (pichsakul)
«Consumo pedopornografia». Il terapista lo denuncia ma il Tribunale gli dà ragione
Un allenatore di ping pong ha contestato lo svincolo dal segreto professionale. La struttura: «Abbiamo agito per coscienza, lavora con minorenni»

SCHWYZ - Aveva detto allo psichiatra di consumare pornografia minorile online e la clinica svittese dove era in cura lo aveva denunciato. Il Tribunale penale ha però accolto il successivo ricorso, annullando la denuncia. Il motivo? La struttura non poteva essere svincolata dal segreto professionale che vige con il paziente, se non dopo averne parlato con quest'ultimo.

Una sentenza sul caso, non in generale - La vicenda di un allenatore di ping pong rilancia il tema dell'obbligo, quanto meno morale, di denuncia dei terapeuti in caso di consumo di materiale pedopornografico. Il Tribunale non si è espresso in generale, ma sul singolo caso. La clinica aveva ottenuto lo svincolo dal segreto da parte del Canton Svitto. Il ricorso ha però dato ragione al paziente.

«Non necessariamente chi consuma commette abusi» - Secondo Sandra Sommer dell’organizzazione Beforemore, specializzata nella prevenzione e consulenza sulla pedofilia, «chi consuma video pornografici che coinvolgono bambini non è necessariamente autore di reati sessuali». Intervistata dalla SRF, ha sostenuto che se le persone con tendenze pedofile temono una denuncia non chiederanno più aiuto ai medici.

«Casi pericolosi? Difficili valutarli senza informazioni» - La struttura medica ha affermato di essersi basata sulla decisione del Canton Svitto, che aveva dato il via libera alla condivisione delle informazioni.

Il medico cantonale Christos Pouskoulas ha commentato che, da quanto si evince dalla sentenza, per poter segnalare deve esserci un concreto e specifico rischio di abuso su un determinato bambino. Il rischio, però, difficilmente può essere valutato se i terapeuti e i medici non possono dire ciò che sanno alle forze dell'ordine.

«Ha a che fare con minorenni» - La clinica ha spiegato tramite il suo avvocato di aver proceduto alla denuncia «ritenendo in coscienza che in questo caso specifico potesse esserci un rischio per terzi». Il giovane coinvolto allena infatti anche dei minorenni.

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