Orologi: «Senza i "magnifici quattro" il quadro sarebbe molto più cupo»

L'analista identifica «stanchezza da parte dei consumatori». Fanno però ben sperare i mercati asiatici.
ZURIGO - Le condizioni di mercato rimangono difficili per il comparto orologiero: lo afferma Jean-Philippe Bertschy, analista della banca Vontobel, che vede però anche dei segnali di speranza nelle cifre sull'export pubblicate oggi.
«Il settore si avvicina alle festività natalizie in un periodo caratterizzato da tensioni geopolitiche, dazi doganali americani e un clima di consumo contrastante», scrive l'esperto in un commento. Inoltre, si avverte una certa stanchezza da parte dei consumatori, le cui spese si orientano piuttosto verso esperienze di viaggio o di benessere.
A suo avviso senza il contributo dei "magnifici quattro" del ramo - ovvero i marchi Rolex, Audemars Piguet, Patek Philippe e Richard Mille - il quadro delle esportazioni rischierebbe di essere molto più cupo. «Senza di loro, il declino del settore potrebbe essere molto più brusco».
È possibile comunque guardare anche al bicchiere mezzo pieno. «La solida crescita sui mercati asiatici chiave, associata ai risultati migliori del previsto nel terzo trimestre di LVMH» - colosso francese del lusso - «ha incoraggiato le discussioni su una potenziale ripresa nel 2026», sottolinea il professionista.
Sulla scorta di questa analisi lo specialista conferma la sua raccomandazione "hold" (tenere) per i titoli Swatch e Richemont. Alla borsa svizzera alle 12.00 l'azione al portatore di Swatch - il titolo di riferimento per gli osservatori del mercato, che porta un codice azionario particolare, UHR (orologio, in tedesco) - era in calo del 2,7% a circa 172 franchi; Richemont perdeva invece lo 0,2% a circa 160 franchi. Dall'inizio dell'anno il primo valore ha guadagnato il 9%, mentre per il secondo la progressione è del 19%.