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SVIZZERA / UE

Il divieto del nome "burger vegetariano" potrebbe valere anche in Svizzera

Accadrebbe in caso di approvazione dei Bilaterali III. I partiti non sono divisi solo sul senso o l'assurdità di un tale divieto, ma anche sul margine di manovra politica interna
Tamedia/Raphael Moser
Si può ancora dire bistecca? Secondo il Parlamento europeo, i prodotti sostitutivi di origine vegetale come la 'bistecca' dell'azienda Planted in futuro non dovrebbero più poter essere chiamati così.
Il divieto del nome "burger vegetariano" potrebbe valere anche in Svizzera
Accadrebbe in caso di approvazione dei Bilaterali III. I partiti non sono divisi solo sul senso o l'assurdità di un tale divieto, ma anche sul margine di manovra politica interna

BERNA - Una cotoletta senza carne può essere definita cotoletta? Un wurstel senza budello è un vero wurstel? No, secondo il Parlamento europeo, che di recente ha deliberato che i prodotti sostitutivi vegani e vegetariani non potranno più chiamarsi cotoletta, wurstel o burger. I promotori del provvedimento hanno sostenuto che tali denominazioni confondono i consumatori. Tuttavia, la decisione non è ancora definitiva. Il divieto della denominazione "burger vegetariano" entrerà in vigore solo quando la maggioranza degli Stati membri sarà favorevole.

Il bando in caso di accordo - Se la messa al bando sarà approvata nell'Unione Europea, potrebbe valere anche in Svizzera. Questo avverrà in caso di sì al nuovo pacchetto di accordi con l'Unione Europea. Uno dei tre nuovi accordi prevede uno spazio comune per la sicurezza alimentare. Su richiesta di 20 Minuten, l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) spiega che il divieto discusso si applicherebbe anche in Svizzera se riguardasse un atto giuridico dell'accordo e la Svizzera approvasse in sede di comitato misto. In caso di no, non si avrebbe l'adozione, ma l'Unione Europea potrebbe adottare delle «misure compensative» se si creasse uno squilibrio nel mercato interno.

I divieti già in vigore - Già oggi la Svizzera ha regole su come i prodotti possono essere denominati e pubblicizzati, per non ingannare i consumatori. Termini come latte, formaggio o carne non possono essere utilizzati per prodotti vegetali. Ad esempio, "latte d'avena" o "formaggio vegano" non sono ammessi. Ma anche "wurstel di vitello a base di soia" è vietato, perché i sostituti non possono portare il nome di determinate specie animali. Solo a maggio il Tribunale federale, in una sentenza contro l'azienda Planted, ha stabilito che denominazioni come planted.chicken non sono ammissibili. Ha così accolto un ricorso dell'Ufficio federale. Sono invece ammesse denominazioni come "cotoletta di soia" o "bistecca di sedano alla griglia". In risposta all'interrogazione di Thomas Stettler il Consiglio federale sostiene che si tratta di denominazioni «ampiamente diffuse e comprensibili».

Verdi: «Assurdo che qualcuno compri per sbaglio un wurstel vegano» - La consigliera nazionale verde Meret Schneider considera il divieto un riuscito lavoro di lobbying dell'industria della carne: «L'idea che qualcuno compri per errore un wurstel vegano è assurda. Neppure i sostenitori ci credono davvero». Schneider parla di una lotta culturale: «Si tratta di mettere quanti più ostacoli possibili ai produttori di proteine vegetali e di presentare i loro prodotti come innaturali». Inoltre, secondo lei, il riferimento alla carne in parole come cotoletta non è così evidente come suggerisce il dibattito. In medio alto tedesco "Sniz" poteva indicare anche un pezzo di frutta.

Start-up come Planted o Green Mountain, che esportano anche nella zona Unione Europea, dovrebbero comunque adeguare le loro confezioni se il divieto venisse approvato. Queste aziende sono creative e troveranno nuovi nomi: «Tubo di tofu invece di wurstel di tofu, per esempio», scherza. Un eventuale divieto dei veggie burger non cambierebbe il suo sì al pacchetto di accordi con l'Unione Europea: «Ha un'importanza molto maggiore». Inoltre: «Non riesco a immaginare che l'Unione Europea abbia problemi se la Svizzera ha regole diverse su questo punto».

Anche il presidente del partito Centro, Philipp Matthias Bregy, giunge a una conclusione simile. Sottolinea che attualmente la Svizzera non è obbligata a recepire tali divieti dall'Unione Europea: «Ritengo che per questioni come la denominazione dei sostituti della carne, data la scarsa importanza della questione in Svizzera, anche nell'ambito dei Bilaterali III ci sarà margine di manovra», afferma Bregy. Nel merito, il divieto è «senza valore aggiunto» e quindi «insensato».

UDC: «Chi crede alle eccezioni, non ha letto i trattati» - L'UDC respinge il pacchetto di accordi con l'Unione Europea definendolo «contratto di sottomissione». Lunedì in conferenza stampa il partito ha criticato tra l'altro la «necessaria adozione della legislazione UE» in settori chiave come la sicurezza alimentare – ovvero l'adozione dinamica del diritto. L'UDC mette in guardia da una massiccia mole di burocrazia e controlli.

Allo stesso tempo, almeno il divieto dei wurstel vegetariani è in linea con le posizioni del partito. L'onorevole Thomas Stettler del Canton Giura, membro dell'UDC, ha infatti presentato la mozione "Una bistecca non è fatta di soia!". Il partito, quindi, per una volta è filo-europeo? «No», precisa Stettler: «Che politico sarei se per i miei interessi particolari gettassi alle ortiche le mie convinzioni fondamentali?». Si dice però soddisfatto che la sua posizione trovi eco anche oltreconfine.

Anche il capogruppo della UDC, Thomas Aeschi, dice no: «Qui si tratta di principio: vogliamo stabilire da soli quali regole valgono in Svizzera». Il diritto alimentare è un buon esempio: «Non è ammissibile che sia l'Unione Europea a imporre di scrivere il contenuto calorico sulle bottiglie di vino, o che imponga agli agricoltori svizzeri gli standard igienici dell'Unione Europea».A differenza di Schneider e Bregy, Aeschi dubita che l'Unione Europea concederebbe alla Svizzera una regolamentazione differenziata per il divieto dei veggie burger: «Chi ci crede, non ha letto i trattati. Se la Svizzera non si adegua, viene sanzionata».

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