"Tormento" Marquez tra errori e incertezze: «Avrei messo i fissatori esterni»


Dopo la terza operazione all'omero, restano incerti i tempi di recupero di Marc Marquez. La parola al Dottor Costa
Il noto medico, fondatore della clinica Mobile, ha parlato in un'interessante intervista pubblicata su "moto.it".
Dopo la terza operazione all'omero, restano incerti i tempi di recupero di Marc Marquez. La parola al Dottor Costa
Il noto medico, fondatore della clinica Mobile, ha parlato in un'interessante intervista pubblicata su "moto.it".
MADRID - Finito sotto i ferri per la terza volta, Marc Marquez - dopo aver perso l’intero Mondiale 2020 - rischia seriamente di saltare anche l'inizio di quello del 2021. C'è chi parla già di altri sei mesi di stop, dopo l'intervento effettuato per rimuovere la placca precedente e il posizionamento di una nuova placca con l’aggiunta di un innesto osseo iliaco con lembo corticoperiosteo.
Il Dottor Costa, fondatore della clinica Mobile e medico noto a tutti gli appassionati di motori, ha parlato in un'interessante intervista pubblicata su "moto.it". «Se hanno fatto un bell’intervento il recupero potrebbe essere vicino ai quattro mesi - spiega il 79enne - I medici che sono intervenuti mi convincono, ma al momento non abbiamo molti dettagli sulla tecnica utilizzata e sulla prognosi».
Per Claudio Costa c’erano due possibilità di intervento. «Accorciando l’omero, tagliando sopra e sotto, applicando gli innesti ossei nel cosiddetto “panino” e poi mettendo dei fissatori esterni. In questo caso basterebbero quattro mesi per un buon recupero. Se invece, come pare, hanno fissato l’osso applicando una placca, i tempi si allungherebbero: almeno sei mesi».
Il dottore si sofferma poi sugli errori commessi in settembre. «Il primo è stato mettere una placca invece di inserire un chiodo intramidollare». Viste le difficoltà nella guarigione, il Dottore sarebbe intervenuto subito con la tecnica dei fissatori. «Attendere due mesi non è servito a niente, le probabilità di una svolta spontanea erano molto basse. Io avrei accorciato l’omero di circa tre centimetri: un braccio un po’ più corto non è così penalizzante, non è una gamba che ti costringe a zoppicare. L’avrei fatto per eliminare con sicurezza il focolaio che non vuole guarire. I fissatori esterni mi permettono di comprimere progressivamente i due tronconi dell’omero, giorno per giorno, accelerando la guarigione».