«Il mio ruolo è chiaro: devo pattinare tanto e portare energia»


Il 32enne Alessio Bertaggia è tornato a Lugano dopo l'esperienza a Ginevra, condita anche dai trionfi in campionato e Champions League
«Ora so quello che serve per arrivare fino in fondo. Prima pensavo di saperlo, ma finché non accade non è così. La pre-season? Tutto sommato bene, ma ci sono ampi margini di miglioramento».
Il 32enne Alessio Bertaggia è tornato a Lugano dopo l'esperienza a Ginevra, condita anche dai trionfi in campionato e Champions League
«Ora so quello che serve per arrivare fino in fondo. Prima pensavo di saperlo, ma finché non accade non è così. La pre-season? Tutto sommato bene, ma ci sono ampi margini di miglioramento».
LUGANO - Alessio Bertaggia, tornato in Ticino nel suo Lugano dopo tre stagioni a Ginevra, è tra i volti “nuovi” della stagione 2025/26. Quella con Tomas Mitell al timone e nella quale i bianconeri vogliono lasciarsi alle spalle le recenti delusioni, come quelle dell’ultima annata.
Nelle amichevoli l’HCL aveva infilato quattro successi filati, primo dello stop incassato ieri contro il Rapperswil (2-4). Alti e bassi che fanno parte di una “normale” pre-season.
«Col Rappi ci sono state cose belle e altre che non hanno funzionato, ma sappiamo di avere ancora tanto margine di crescita e tempo per lavorarci: da una parte è meglio ed è giusto che sia così - interviene proprio Alessio Bertaggia - Vado un po’ controcorrente e non cerco attenuanti nei carichi di lavoro, perché un sistema di gioco va messo in pratica a prescindere, pure quando le gambe sono stanche. Certo è un processo che richiede tempo, quindi anche questa sconfitta potrà servirci per imparare qualcosa».
Giocatore energico e dinamico, Alessio Bertaggia - in determinati frangenti - potrà dare input preziosi che nelle ultime stagioni sono un po' mancati. «Mi viene naturale. Quando viene toccato un membro della tua “famiglia”, come quando c’è un intervento o una penalità, vuoi difenderlo. Fa parte dell’hockey, è anche questione di rispetto. Il mio ruolo è chiaro: devo pattinare tanto e portare energia, cercare di creare qualcosa. Cerco sempre di dare il massimo».
Che giocatore è tornato da Ginevra? Più esperto e maturo? «Ci sono stati momenti positivi e altri meno. Siamo riusciti a vincere un campionato e la Champions League, questo ti dà la consapevolezza di sapere quello che serve per arrivare fino in fondo. Prima pensavo di saperlo, ma finché non accade non è così. Ora so di volere di nuovo raggiungere quel genere di risultati e in che direzione bisogna andare per farlo».
Che Lugano hai ritrovato? «Sicuramente con tanti giocatori diversi. Posso immaginare che per loro l’ultima stagione non sia stata facile neanche a livello mentale. È un aspetto che a volte si tende a sottovalutare. Ho seguito un po’ a distanza quello che succedeva. So che quando le cose vanno male poi è difficile riemergere. È capitato anche a noi. Basta qualcosa di negativo e si torna nel “buco”. Ora sono felice di essere tornato e aver ritrovato elementi esperti come Fazzini. Sono convinto che abbiamo un bel gruppo per poter riemergere».



