Crisi nera a Lugano, Renzetti: «Servirebbe a poco mandar via Croci-Torti»


Il Lugano ha iniziato malissimo la stagione e a Cornaredo la situazione è davvero delicata: «Sono diversi i fattori che incidono»
Il Lugano ha iniziato malissimo la stagione e a Cornaredo la situazione è davvero delicata: «Sono diversi i fattori che incidono»
LUGANO - Cinque partite, quattro sconfitte (una al supplementare), un pareggio, un solo gol fatto e ben dodici subiti. È catastrofico l'inizio di stagione del Lugano, "appesantito" ancor di più dal 4-0 di Sion e dal 5-0 interno rimediato ieri sera contro il Celje. Ma come uscire da una simile crisi? C'è la possibilità di ritrovare il bandolo della matassa? Lo abbiamo chiesto a un personaggio che di situazioni del genere, durante la sua gestione, ne ha vissute parecchie...
«Come tutte le crisi, non c'è soltanto un fattore che incide - è intervenuto l'ex presidente Angelo Renzetti - Vi sono tante componenti che hanno portato alla situazione che il Lugano sta vivendo oggi. L'anno scorso, ma anche prima, si è cominciato a parlare della lunga serie di infortuni di cui era "vittima" la squadra. A mio avviso questo chiacchierio ha fatto vedere le cose in una maniera più negativa di quella che era realmente. Si è cominciato a dire che gli infortuni arrivassero da una preparazione sbagliata. Si sono ingigantite delle situazioni che forse erano più gestibili di quanto si pensasse. L'essersi separati dalla vecchia guardia, mi riferisco a Nicholas Townsend prima e Carlos Da Silva poi, non ha certo aiutato».
In quali altri ambiti Angelo Renzetti vede problemi?
«Giocatori come Aliseda e Valenzuela davano un grande apporto tecnico alla squadra. Al di là di infortuni e della loro probabile voglia di andare via, anche questo aspetto trovo abbia inciso sull'ambiente. Il tasso tecnico che hanno tolto alla squadra è stato importante. Anche Macek, con tutti i suoi limiti, era uno che non si tirava mai indietro: con un passaggio a volte era in grado di mandare in porta qualcuno. Secondo me, anche questo aspetto si sta pagando a caro prezzo ed è stato sottovalutato. Oggi, purtroppo, in squadra ci sono giocatori non all'altezza della Super League: mi riferisco, per esempio, a El Wafi, Brault-Guillard e anche a Cimignani».
Cosa fare per svoltare?
«Bisogna raccogliere i cocci, anche se credo che non sarà semplice. Ci vuole l'aiuto di tutti... Anche da giocatori come Steffen, che è sempre stato considerato un "piantagrane". La stessa società deve farsi vedere di più. Ad oggi non vedo un punto di riferimento diretto per la squadra e lo staff tecnico. Non è sufficiente farsi vedere durante le conferenze stampa... Pelzer? Purtroppo non è entrato in un ambiente predisposto verso di lui, ma non è colpa sua. In generale sarà difficile uscirne, ma mai come oggi serve l'aiuto di tutti. Ciascuno deve pensare al bene del Lugano e non ai propri interessi».
Se oggi Renzetti fosse il presidente del Lugano cosa farebbe con Mattia Croci-Torti?
«Penso che il Renzetti presidente sarebbe intervenuto prima, tenendo più unite tutte le componenti. Mi sembra riduttivo adesso chiudere con Croci-Torti anche se è chiaro che, come tutti, magari qualche colpa ce l'ha anche lui, ma non è l'unico responsabile».

Una mano potrebbe arrivare anche dal mercato?
«Penso di sì. Bisognerebbe mettere i soldi sul tavolo per rinforzare la squadra e non soltanto per investire sulla gestione del club. Non è soltanto avvicendando gli allenatori che cambi il destino di una stagione. Puoi cambiare il destino di un campionato soltanto ingaggiando i giocatori che fanno la differenza. Abbiamo l'esempio del Basilea l'anno scorso che era partito male ma che poi, con l'apporto di alcuni elementi di peso, è riuscito a uscirne. Oggi, secondo me, si risolverebbe ben poco mandando via Croci-Torti».


































