«La partita con il Thun? Non bisogna agitarsi»


Livio Bordoli, ex allenatore del Lugano, commenta l'amaro esordio dei bianconeri in campionato. «Non c'è da preoccuparsi, è prematuro esprimere giudizi»
«Bisogna lasciare lavorare la squadra, ricordando dove si trovava il Lugano fino a qualche anno fa. È arrivato lo stadio, hanno vinto la Coppa, la proprietà investe e ogni stagione arriva l'Europa. Credo che non sia giustificato criticare un simile contesto...»
Livio Bordoli, ex allenatore del Lugano, commenta l'amaro esordio dei bianconeri in campionato. «Non c'è da preoccuparsi, è prematuro esprimere giudizi»
«Bisogna lasciare lavorare la squadra, ricordando dove si trovava il Lugano fino a qualche anno fa. È arrivato lo stadio, hanno vinto la Coppa, la proprietà investe e ogni stagione arriva l'Europa. Credo che non sia giustificato criticare un simile contesto...»
LUGANO - Se giovedì scorso contro il Cluj si è visto un buon Lugano – malgrado il retrogusto amaro che ha lasciato lo 0-0 – domenica la squadra di Mattia Croci-Torti ha offerto una prestazione insufficiente, soprattutto dal punto di vista offensivo. In seguito al ko interno contro la neopromossa Thun, si sono già lette alcune critiche da parte dei tifosi all'indirizzo della squadra e del mercato imbastito da Sebastian Pelzer.
«No, non bisogna essere preoccupati – ci ha detto Livio Bordoli, ex condottiero proprio del FCL – I primi giudizi si potranno dare dopo sette giornate, in quanto fino alla fine di agosto il mercato è aperto e le squadre sono ancora in costruzione. Giudicare oggi sarebbe ingeneroso perché si tratterebbe di valutazioni affrettate».
Come valuti il mercato fino a oggi imbastito dal club?
«Bisognerà capire com’è il nuovo attaccante Kevin Behrens, sul quale vi sono delle aspettative importanti. Oggi, però, è prematuro esprimersi su di lui e sugli altri innesti. Abbiamo visto anche lo Young Boys in difficoltà malgrado abbia giocato in superiorità numerica per quasi tutta la partita, così come la sconfitta del Basilea».
A Cornaredo, ad oggi, non c'è stato alcun acquisto in grado di scaldare la piazza...
«Il problema è che i giocatori importanti se li possono permettere chi ha i soldi o chi è disposto a spenderli. Anche nelle altre squadre non ho visto innesti onerosi. Se vuoi prendere qualcuno che fa la differenza lo devi pagare e le nostre squadre non hanno 6/8 milioni da investire, forse solo il Basilea e lo Young Boys, quando però ne vale davvero la pena. Nonostante il Lugano abbia alle spalle una proprietà importante e solida, non penso che sia disposta a spendere una decina di milioni per un giocatore. Per il Lugano il vero colpo, se così possiamo chiamarlo, sarebbe trattenere Zanotti, anche se dubito che la sua intenzione sia quella di rimanere dopo il bell'Europeo U21 che ha disputato con l'Italia».
Come ti spieghi la controprestazione con il Thun?
«Il Lugano ha pagato il fatto di aver modificato molto l'undici titolare sceso in campo contro il Cluj. I meccanismi non sono ancora oliati e cambiare così tanti elementi fra una partita e l'altra a questo punto della stagione potrebbe diventare un problema. È giusto dare tempo alla squadra per trovare gli automatismi: a fine agosto, poi, daremo i primi giudizi».
Dunque, l'agitazione odierna non è giustificata?
«No, questa agitazione non la capisco. Bisogna lasciare lavorare la squadra, ricordando dove si trovava il Lugano fino a qualche anno fa. È arrivato lo stadio, hanno vinto la Coppa, la proprietà investe e ogni stagione arriva l'Europa. Credo che non sia giustificato criticare un simile contesto... Si può criticare il gioco, quello sì, ma non l'operato della società o dello staff tecnico. Hanno sempre agito in modo coerente».
Non si può negare, però, che il calo sia iniziato da quando Da Silva ha lasciato il club.
«Questa cosa l'ho già detta a più riprese, in quella circostanza si è rotto qualcosa. Lui conosceva bene lo spogliatoio e il campionato svizzero e sicuramente l'esonero non ha giovato all'ambiente-squadra. Ma sono scelte interne...».
Infine due parole su Saipi, finito nuovamente nel mirino della critica per la gestione della punizione di Bertone, costata il ko al Lugano...
«Secondo me è un buon portiere per il nostro campionato. Sì, forse non possiamo parlare di eccellenza, ma Saipi ha sempre fatto il suo, salvando spesso il risultato. Qualche errore l'ha commesso, è vero, ma oggi come oggi uno migliore di lui è difficile da trovare. Non è da prima fascia europea, ma in Super League ci sta alla grande. Sul caso della punizione è vero che avrebbe potuto fare qualcosa in più...».





































