«Embolo al Milan? Una volta gli avrebbero fatto fare giusto il giro della recinzione esterna»


Arno Rossini: «Breel è stato sfortunato ma non è un professionista esemplare»
«Breel è una scommessa, di quelle che ti costano poco».
Arno Rossini: «Breel è stato sfortunato ma non è un professionista esemplare»
«Breel è una scommessa, di quelle che ti costano poco».
MILANO - Nella primavera 2015, a diciotto anni compiuti da poche settimane, vinse il titolo svizzero con indosso la maglia del Basilea. Certo, era una riserva dietro a Streller e Ajeti; nonostante ciò, alla fine, riuscì a ritagliarsi spazi importanti e collezionò 10 gol in 26 presenze. Un fuoco di paglia? L’anno seguente i numeri furono praticamente gli stessi: in campionato 10 reti in 27 partite. Poi ci fu il grande salto verso lo Schalke 04, con appiccicata addosso l’etichetta di campione del futuro.
Un campione Breel Embolo, perché è di lui che si sta parlando, non lo è però mai diventato. Dal passaggio in Bundesliga in avanti qualcosa è infatti andato storto: tra infortuni e guai vari, salvo rare fiammate, l’attaccante rossocrociato non è più riuscito a incantare come faceva al Sankt Jakob.
«Era una promessa ma non ha saputo mantenere le aspettative - è intervenuto Arno Rossini - è un peccato perché aveva tutto per diventare uno dei primi cinque attaccanti d’Europa».
Grande fisico, buona tecnica…
«Velocità e istinto del gol. Davvero avrebbe potuto, peccato sia andata così».
A 28 anni è finito nel mirino del Milan.
«Fin qui Embolo è stato poco fortunato - gli infortuni traumatici capitano - ma anche e soprattutto non esemplare come professionista. Ci ripetiamo spesso, ma è così: è la testa a fare la differenza. Lui, semplicemente, non ce l’ha. Non quella del campionissimo almeno. Non quella di Cristiano Ronaldo, per fare un esempio. Non credo che a questo punto possa esplodere, anche se sarebbe bello, soprattutto in ottica Nazionale».
A Milano potrebbe rilanciarsi?
«È l’ultima chiamata. Che poi possa fare bene in rossonero, sempre che ci andrà, è tutto da vedere. Le caratteristiche per lasciare il segno, anche con un allenatore come Allegri, le ha; serve applicazione…».
Qualcosa in lui il Diavolo avrà visto.
«Il Milan di oggi non è più quello di Berlusconi, che comprava i campioni. In quella squadra Embolo non sarebbe entrato, a Milanello gli avrebbero fatto giusto fare il giro della recinzione esterna. In Breel i rossoneri attuali hanno visto un giocatore con un grande potenziale inespresso che potrebbe anche sbocciare. Poi, aspetto non secondario, hanno visto un calciatore che con il Monaco andrà in scadenza di contratto tra un anno, quindi acquistabile senza un grande sacrificio economico».
Una scommessa insomma.
«Esatto, di quelle che ti costano poco. Che puoi vincere e fare il colpaccio o perdere e… voltare pagina senza gravi perdite. Devo essere sincero, per quanto dimostrato in carriera da Embolo, fossi un dirigente del Milan la mia puntata la farei su un altro giocatore».