«Gli svizzeri tedeschi sono una brutta razza, come gli ebrei», Marti squalificato

Il tennista vallesano è stato sospeso per i prossimi dodici mesi per delle dichiarazioni razziste e antisemite fatte lo scorso 21 giugno.
Il 37enne - che aveva raggiunto la 200esima posizione delle classifiche ATP nel 2014 - ha deciso di presentare ricorso contro questa decisione.
BERNA - Il tennista elvetico Yann Marti è finito nei guai. Il 37enne vallesano - che milita nel Tennis Club Bulle nelle competizioni interclub dal 2023 - è stato squalificato per un anno.
Stando a una notizia apparsa su "La Liberté", la sanzione in questione è stata imposta da Swiss Tennis per delle presunte dichiarazioni razziste e antisemite, rilasciate dal giocatore lo scorso mese di giugno. L'autorità ha confermato allo stesso media di aver «immediatamente sospeso il tennista per un periodo di dodici mesi da tutte le competizioni nazionali organizzate o riconosciute da Swiss Tennis». La squalifica è subordinata a un'ulteriore sospensione di due anni.
Le origini di questo caso risalgono al 21 giugno, durante una partita di promozione interclub tra LTC Winterthur e TC Bulle. È stato un testimone - presente nella periferia di Zurigo - a sporgere denuncia alla polizia di Winterthur contro il 37enne, giunto fino alla 200esima posizione ATP nel 2014.
Marti - che ha deciso di presentare ricorso contro questa decisione - avrebbe dichiarato a due riprese: «Non sopporto più gli svizzeri tedeschi, sono davvero una brutta razza, come gli ebrei».



















