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Caso Almasri, chiesto processo per Nordio, Piantedosi, Mantovano

Ministri e sottosegretario a rischio processo per la gestione del generale libico Almasri.
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Fonte ats akr askanews
Caso Almasri, chiesto processo per Nordio, Piantedosi, Mantovano
Ministri e sottosegretario a rischio processo per la gestione del generale libico Almasri.

ROMA - Il Tribunale dei ministri italiano ha inviato alla Camera la richiesta di autorizzazione a procedere per i ministri della giustizia Carlo Nordio e dell'interno Matteo Piantedosi e del sottosegretario Alfredo Mantovano in relazione alla vicenda Almasri.

Per la vicenda del generale libico accusato di crimini di guerra ricercato dalla Corte penale internazionale (CPI), prima arrestato e poi rilasciato e rimpatriato dalle autorità italiane lo scorso gennaio, negli atti del tribunale si contesta per tutti e tre il reato di concorso in favoreggiamento personale aggravato. Mantovano e Piantedosi sono accusati anche di peculato aggravato mentre a Nordio viene contestato il reato di rifiuto di atti d'ufficio, sempre aggravato.

In particolare, l'accusa di favoreggiamento personale aggravato a Nordio viene formulata dal tribunale dei ministri per aver assunto "un contegno attendista, della decisione della Corte d'Appello, rimanendo inerte in attesa di tale decisione, convenendo, altresì, in accordo con gli altri vertici istituzionali, sull'opportunità di espellere Almasri, ove fosse stato scarcerato; quindi non attivandosi, neppure dopo aver avuto comunicazione del provvedimento di scarcerazione, per dare corso alle richieste di cooperazione della CPI".

A Piantedosi e Mantovano si contesta il favoreggiamento per aver "nelle loro qualità, concordando l'emissione del decreto di espulsione e il successivo trasferimento in Libia mediante volo CAI (la compagna dei servizi segreti, ndr), eseguito subito dopo la scarcerazione, aiutato Almasri a eludere le investigazioni della Corte penale internazionale e a sottrarsi alle ricerche della Corte. Con l'aggravante di aver commesso il fatto abusando dei poteri e con violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione rivestita".

A Nordio poi, si contesta di aver, "nella qualità di ministro della giustizia, indebitamente rifiutato di dar corso alle richieste urgenti di cooperazione rivolte all'Italia dalla Corte penale internazionale aventi ad oggetto l'esecuzione della richiesta di arresto provvisorio e consegna a carico di Almasri, a seguito di mandato di arresto emesso dalla Camera preliminare; l'adempimento degli obblighi previsti dallo Statuto istitutivo della Corte penale internazionale, tra l'altro, non rispondendo, neppure, alle plurime richieste inoltrategli da funzionari della CPI, che sollecitavano consultazioni; l'esecuzione della richiesta di perquisizione e sequestro a carico di Almasri di qualsiasi materiale utile alle indagini, tra cui dispositivi di memorizzazione elettronici o magnetici nonché smart card e telefoni cellulari, mobili o satellitari e di trasmissione il più rapidamente possibile, all'esito di tali operazioni, delle prove acquisite; richieste di cooperazione, a cui, per ragioni di giustizia, avrebbe dovuto, ai sensi degli artt. 2 e 4 della legge 237 del 20 dicembre 2012, dar corso senza ritardo". All'accusa si aggiunge l'aggravante di aver "commesso il fatto abusando dei poteri e con violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione rivestita".

Il ministro Piantedosi e il sottosegretario Mantovano, infine, sono accusati di peculato in concorso perché "distraevano per un uso momentaneo l'aereo della CAI, nonché si appropriavano del carburante necessario per l'esecuzione dei voli da Roma-Torino, Torino-Tripoli e Tripoli-Roma, disposti non per reali esigenze di sicurezza ma al solo fine di aiutare Almasri, colpito da mandato di arresto internazionale emesso dalla CPI, a sottrarsi a tale mandato. Con le aggravanti di aver commesso il fatto al fine di eseguire il reato di cui al capo che precede, abusando dei poteri e con violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione rivestita".

Per il tribunale, "posto che tanto la legge di ratifica dello Statuto della CPI quanto la legge di attuazione e recepimento della convenzione sulla tortura pongono a carico degli Stati parte l'obbligo rispettivamente di arrestare e di estradare chi sia destinatario di un mandato di arresto di un Tribunale internazionale, a seguito del provvedimento della Corte d'Appello di scarcerazione, Almasri non avrebbe mai potuto essere espulso, né tanto meno accompagnato in patria su disposizione di due alte cariche dello Stato, quali il ministro dell'interno Piantedosi e il sottosegretario Mantovano, ciò risolvendosi in una chiara violazione delle citate norme internazionali pattizie".

Per i giudici "il decreto di espulsione emesso dal ministro dell'interno nei confronti di Almasri" è "motivato in relazione alle esigenze di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica", ma ha portato "ad un risultato paradossale - vale a dire ricondurre il ricercato Almasri, libero, lì dove avrebbe potuto continuare a perpetrare condotte criminose analoghe a quelle di cui era già accusato. Ne consegue che l'atto amministrativo, per come motivato, risulta viziato da palese irrazionalità e, come tale, illegittimo".

Il tribunale rileva ancora che "contrariamente a quanto sostenuto dal ministro Nordio, sia in parlamento che nella memoria, la legge - pur conferendo a lui il compito di curare in via esclusiva i rapporti dell'Italia con la CPI e di dare impulso alla procedura, non gli attribuisce alcun potere discrezionale (...) ma, anzi, lo investe della funzione di garante del buon esito della stessa".

"Sia i ministri Nordio e Piantedosi, sia il sottosegretario Mantovano erano perfettamente consapevoli del contenuto delle richieste di cooperazione inviate dalla CPI e, in particolare, del mandato di arresto spiccato nei confronti di Almasri. Non dando corso a tali richieste il primo, decretando il secondo la formale espulsione del ricercato con un provvedimento (...) viziato da palese irrazionalità e disponendo il terzo l'impiego di un volo CAI che ne ha assicurato l'immediato rientro in patria, hanno scientemente e volontariamente aiutato il predetto a sottrarsi alle ricerche e alle investigazioni della CPI".

Secondo i magistrati, comunque, "appare verosimile che l'effettiva e inespressa motivazione degli atti e delle condotte tenute tanto dal ministro Nordio - nel decidere di non dar corso alla richiesta di cooperazione della CPI relativa sia all'arresto che al sequestro - quanto dal ministro Piantedosi - nel decretare l'espulsione dal territorio dello Stato - ed infine dall'Autorità delegata Mantovano - nel richiedere il volo CAI per l'accompagnamento in patria - sia da rinvenirsi, piuttosto, nelle preoccupazioni palesate dal Prefetto Caravelli (il direttore dell'Aise, ndr), nell'ambito delle riunioni intercorse tra i vertici istituzionali, riferite a possibili ritorsioni per i cittadini e gli interessi italiani in Libia derivanti dal mantenimento in vinculis di Almasri".

"L'Ufficio di Presidenza della Giunta per le autorizzazioni della Camera ha deciso all'unanimità i tempi dell'esame delle carte inviate dal Tribunale dei ministri (...) dando di fatto avvio ai lavori. Entro la fine di settembre - rende noto il presidente della Giunta Devis Dori - sarà pronta la relazione per l'Aula, si terranno almeno cinque sedute, inviteremo infine gli interessati a fornire i loro chiarimenti. Sia la Giunta che l'Aula esprimeranno tre voti distinti, con voto palese in Giunta e segreto in Aula la quale voterà definitivamente entro ottobre".

La giunta per le autorizzazioni della Camera, così come l'Aula - secondo quanto viene spiegato da fonti parlamentari - si esprimerà con tre distinte votazioni sul caso Almasri. Ci sarà, però, un'unica relazione su tutta la vicenda e il relatore dovrebbe essere nominato dal presidente entro la fine di questo mese per poi partire a settembre con le sedute. I lavori in giunta si chiuderanno entro il prossimo mese e la relazione approderà in Aula in una data che potrebbe essere intorno al 4 ottobre. Tra carte e documenti pervenute all'organismo di Montecitorio, sempre secondo quanto viene riferito, si arriverebbe a quasi 1'500 pagine.

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