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Guardare avanti, anche quando tutto crolla

"Architettura della felicità" racconta i campionesi, al momento della drammatica chiusura del Casinò
Guardare avanti, anche quando tutto crolla
VINCA FILM
Guardare avanti, anche quando tutto crolla
"Architettura della felicità" racconta i campionesi, al momento della drammatica chiusura del Casinò

LUGANO - In "Architettura della felicità", il documentario dei registi Michele Cirigliano e Anton von Bredow - realizzato per la casa di produzione zurighese Vinca Film, in coproduzione con altre realtà, RSI compresa - non prendono la parola quelli che potremmo considerare i protagonisti del fallimento del Casinò di Campione d'Italia. Niente amministratori comunali, dirigenti della casa da gioco, inquirenti. Le loro, di voci, si possono rintracciare nella montagna di articoli giornalistici e nei documenti presentati in tribunale nel corso degli anni.

Cirigliano e von Bredow hanno compiuto un altro tipo di operazione: al centro della narrazione ci sono le "vittime" del crollo del Casinò. Sono ex dipendenti e semplici campionesi, che si sono trovati alle prese con un vero e proprio cataclisma che ha cambiato il volto di questo angolo d'Italia incastonato tra il Ceresio e le montagne ticinesi. Per tutti sono stati tre anni durissimi e le cicatrici sono spesso visibili ancora oggi, a distanza di tempo e con il peggio che sembra essere definitivamente alle spalle.

Il documentario parte con le luci sfavillanti degli anni del successo, del glamour e dei visitatori internazionali. Tutto questo rendeva Campione d'Italia, come giustamente osserva una residente, «una mini-Montecarlo». Poi, a un certo punto, il sogno si è trasformato in un incubo. È successo improvvisamente? No. Il nuovo Casinò firmato da Mario Botta assurge a simbolo del mostro che ha tratto nutrimento dall'intreccio malsano con la politica. Dopo essersi cibato per anni di un piatto che non poteva reggere per sempre, ha finito con il mangiare se stesso.

A svolgere il filo del racconto è, quindi, una polifonia di voci narranti. Alcune sono colme di rimpianto e altre sono decisamente critiche, come quella del sacerdote. Un gioiello architettonico come il santuario di Santa Maria dei Ghirli si presta a fare da pietra di paragone tra un passato armonioso e una realtà successiva fatta anche di "prestasoldi" nel posteggio, dello spremere il giocatore fino all'asso e, nei casi peggiori, di violenza e delitti.

È sempre il sacerdote a spiegare, con grande lucidità, che il Casinò è nato in funzione del benessere di Campione, poi è stato l'intera Campione a esistere in funzione del Casinò. Il racconto si ferma con il riapparire della vita all'interno del monumentale edificio, all'inizio del 2022. Quello che segue è cronaca - ed è degno di essere raccontato, ma non in questa sede.

"Architettura della felicità" sceglie di parlarci di altro: di persone, di sentimenti, di rammarico e speranza. I campionesi sono colpiti, ma non sconfitti. Il film è nei cinema ticinesi dal 18 settembre. Anteprime alla presenza dei registi venerdì 19 settembre alle 20 al cinema Otello di Ascona e sabato 20 settembre alle 18 al cinema Iride di Lugano.

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