Bufera sul rimpasto a metà, l’esperto: «La Lega ha ottenuto (in parte) quello che voleva»


Le considerazioni del politologo Nenad Stojanovic sull'arrocchino, annunciato ieri dal Governo, tra Norman Gobbi e Claudio Zali.
Le considerazioni del politologo Nenad Stojanovic sull'arrocchino, annunciato ieri dal Governo, tra Norman Gobbi e Claudio Zali.
BELLINZONA - «Un minestrone istituzionale» (Udc), «un’ammissione di fallimento» (Plr) e «una riforma lillipuziana» (Centro). L’annuncio del Consiglio di Stato, giunto ieri in serata, sulla risoluzione del dossier "arrocco leghista" ha scatenato la forte reazione della politica ticinese.
Un rimpasto a metà - Niente scambio di dipartimenti tra i consiglieri di Stato Norman Gobbi e Claudio Zali, ma una via di mezzo che, a detta del Governo, è stata raggiunta all’unanimità: a Zali la Magistratura e la Polizia, mentre a Gobbi la conduzione politica della Divisione delle costruzioni del Dipartimento del territorio.
Zali alla Magistratura - Ma si tratta davvero di un fallimento per il partito di Via Monte Boglia? «È presto per fare valutazioni. Non penso che in quanto tale sia una decisione che indebolisce o rafforza la Lega», ci spiega il politologo Nenad Stojanovic. «L'annuncio sul Mattino della Domenica e la presenza di Zali all'apertura dell'Anno giudiziario sono stati molto criticati, eppure in fin dei conti hanno ottenuto una parte di quello che volevano». Cioè? «Zali alla Magistratura. Si può dire che escono sollevati da questa storia».
Niente di nuovo - Secondo il politologo però questi rimpasti di dipartimenti «di per sé non sono una novità, anzi sono cose che capitano. Bisogna porsi sempre la domanda: in quale misura un arrocco del genere sia nell'interesse dei ticinesi? Questo non sono in grado di valutarlo, solo il Governo conosce i dettagli dell’accordo. Spero che il Consiglio di Stato abbia agito nell’interesse generale e non nell’interesse individuale dei singoli ministri».
Un ex giudice - «Sicuramente c’era la volontà di Zali di prendere in mano il dossier della Giustizia. Un obiettivo che è stato centrato». Stojanovic però non nasconde le sue riserve. «Zali, prima di diventare consigliere di Stato, ricopriva il ruolo di giudice. Questo elemento può essere considerato da due prospettive. Da un lato, Zali conosce bene il mondo della Magistratura e i suoi meccanismi. Dall’altro, però, proprio per aver fatto parte dell’apparato giudiziario, è inevitabile che abbia instaurato rapporti, amicizie e ma anche rivalità. Mi chiedo quindi se sia opportuno che un ex giudice assuma la responsabilità del settore Giustizia. Non so fino a che punto il Governo abbia preso in considerazione questa possibile criticità, che personalmente ritengo preoccupante».
Una scelta unanime? - L’annuncio del Consiglio di Stato è arrivato dopo ore di riunione. «Tutto sommato, il resto del Governo ha accolto almeno in parte le richieste della Lega, assecondando il desiderio principale di Zali». Resta però da capire in che misura il rimpasto potrà influenzare le prossime elezioni. «Analizzando la reazione dell’UDC, principale alleato della Lega, mi pare evidente che l’operazione non sia stata ben accolta. È possibile che la mossa sia stata interpretata come una manovra del partito di via Monte Boglia per conservare i due seggi anche dopo le prossime elezioni cantonali. Tutto questo, mentre le ambizioni dell’UDC sono ormai piuttosto chiare».