Educazione sessuale nelle scuole, dubbi sulla qualità dopo il caso dell'ex docente

In un'interrogazione viene chiesto al Governo di fornire delucidazioni riguardo l’istruzione fornita ai docenti per assolvere tale compito
BELLINZONA - Lo scorso settembre è divenuta di pubblico dominio la vicenda del docente (poi diventato direttore) che aveva proposto un percorso didattico sull’educazione affettiva e sessuale all’interno delle lezioni di latino del terzo anno della scuola media.
Una vicenda che per Matteo Buzzi (Verdi) - primo firmatario di un'interrogazione interpartitica* inoltrata al Consiglio di Stato -, «pone numerosi interrogativi sulla formazione proposta al corpo insegnante per occuparsi di questo importante compito».
Per sapere come è organizzata l’educazione sessuale in Ticino in tutti i settori scolastici e per sapere quali passi sono stati intrapresi per la formazione continua dei docenti, e «quindi per garantire la qualità dell’insegnamento», al Governo sono stati posti i seguenti interrogativi:
- Com'è attuata l'educazione sessuale in Canton Ticino da un punto di vista sia quantitativo che qualitativo nei diversi ordini scolastici?
- Come viene formato il corpo insegnante per occuparsi dell'educazione sessuale a scuola nella formazione iniziale? Quante ore sono previste? Sono obbligatorie? Nella formazione continua cosa viene proposto? Si tratta di corsi obbligatori?
- Quali sono le misure proposte al corpo insegnante per adempiere ai loro compiti in materia di educazione sessuale? Quali aiuti concreti sono a disposizione per dare loro sostegno in questo compito (ad esempio: materiali, coinvolgimento degli enti specialistici esterni per l'educazione sessuale)?
- La strategia adottata a seguito dello scioglimento del GLES II prevede di rafforzare il ruolo degli enti specialistici esterni (ad esempio, i Consultori di salute sessuale dell’Ente ospedaliero cantonale) per sostenere il corpo insegnante nel loro ruolo, come avviene in altri Cantoni in Svizzera? Quali enti o professionisti/e esterni/e (ad esempio, sessuologi/ghe) sono autorizzati/e ad intervenire nelle scuole per svolgere gli interventi di educazione sessuale? C'è un budget a disposizione? In caso affermativo quest’ultimo è sufficiente?
- Qual è il sistema di controllo qualitativo e quantitativo sull’educazione sessuale fornita a scuola (ad esempio: monitoraggio del numero di interventi eseguenti da enti specialistici esterni, numero medio di ore assegnate al corpo insegnante per occuparsi dell’educazione sessuale, copertura completa dei temi da affrontare secondo gli Standard dell'OMS per l'Europa in base alle fasce d'età)?
- Quando è previsto l'aggiornamento, la pubblicazione e l'introduzione delle nuove raccomandazioni operative?
- Quali risorse finanziarie sono consacrate all'educazione sessuale?
- Il modello attuato nella Svizzera romanda ha dimostrato la sua efficacia, perché il Canton Ticino non se ne ispira (cfr. rapporto peritale relativo al postulato Regazzi 14.4115)?
- Esiste un'offerta regolare di formazione per i genitori in materia di educazione sessuale?
*Matteo Buzzi, Samantha Bourgoin, Claudia Crivelli-Barella, Andrea Stephani, Marco Noi, Nicola Pini, Lea Ferrari, Danilo Forini, Stefano Tonini, Tamara Merlo









