Frana sui Denti della Vecchia



Le forti piogge che hanno colpito il Luganese, facendo scattare l'allerta grado 3 di MeteoSvizzera, hanno innescato i detriti. Il geologo cantonale: «Uno scenario atteso».
Le forti piogge che hanno colpito il Luganese, facendo scattare l'allerta grado 3 di MeteoSvizzera, hanno innescato i detriti. Il geologo cantonale: «Uno scenario atteso».
SONVICO - La terra è tornata a muoversi oggi, martedì 23 settembre, sui Denti della Vecchia. Le forti piogge che hanno colpito il Luganese, facendo scattare l'allerta di grado 3 di MeteoSvizzera, hanno innescato, alle 14, una colata di detriti.
Ancora detriti - «Si è trattato di una mobilizzazione del materiale che era già franato lo scorso maggio e che si trovava in una posizione instabile», ci ha spiegato il geologo cantonale Andrea Pedrazzini.
Uno scenario, questo, atteso e costantemente monitorato dal Dipartimento del territorio (DT). «Ci aspettavamo che il materiale sarebbe caduto». Il sentiero che collega Creda a Murio, infatti, è rimasto chiuso in via precauzionale per tutto questo tempo. «Con le piogge in questi giorni, i detriti che erano depositati sulla montagna si sono inzuppati d'acqua e hanno spostato i blocchi che erano appoggiati sul versante, facendoli cadere».
La valutazione del geologo cantonale - Le informazioni sono però ancora frammentarie. «Non sappiamo se i massi siano arrivati sul sentiero oppure siano caduti più distante. Stiamo aspettando le informazioni dai nostri collaboratori sul posto».
E ancora: «La situazione adesso è migliorata. Questa colata di detriti non rappresenta un aspetto negativo: la roccia caduta oggi si trovava in una posizione instabile e non garantiva la sicurezza della zona. Ora speriamo che la montagna si stabilizzi, per poi poter valutare meglio la situazione nei prossimi giorni».
I video giunti in redazione mostrano un masso di grandi dimensioni staccarsi dalla parete e cadere a valle. «Era uno dei blocchi di roccia che si trovava nell'accumulo di materiale».
La prima frana - Come detto, i Denti della Vecchia non sono nuovi a questi scenari. Lo scorso 11 maggio si erano già staccati 50mila metri cubi di materiale. Lo stesso Pedrazzini aveva spiegato all'epoca che «la roccia, piano piano, sta diventando sempre più fragile, un fenomeno in corso da tempo». «Già in passato si sono verificati distacchi di dimensioni ragguardevoli, ma mai crolli di questa entità: sono da considerarsi straordinari, anche per chi è del settore».
Poco lontano dal punto in cui si è staccata la roccia si trova il Grotto Monte Creda. «Ci hanno avvisati della caduta di diversi massi, ma non siamo in pericolo. A differenza di quanto accaduto lo scorso maggio, questa volta non abbiamo udito i forti boati che avevano accompagnato la prima frana».
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