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«Incurante della sofferenza della nipotina»: quattro anni di carcere per il nonno pedofilo

Il 78enne verrà inoltre espulso dalla Svizzera per un periodo di otto anni.
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«Incurante della sofferenza della nipotina»: quattro anni di carcere per il nonno pedofilo
Il 78enne verrà inoltre espulso dalla Svizzera per un periodo di otto anni.

LUGANO - «Gli abusi sono stati commessi fin dai sei anni della nipotina. E nonostante le continue richieste di smetterla, per non dire suppliche, sono continuati». È con queste parole che oggi il giudice Paolo Bordoli ha annunciato la condanna del nonno residente nel Luganese che tra il 2021 e il 2024 ha abusato sessualmente della sua nipotina.

L'uomo, cittadino italiano, dovrà scontare quattro anni di carcere e verrà espulso dalla Svizzera per un periodo di otto anni. Dovrà inoltre seguire un trattamento terapeutico ambulatoriale e sottostare all'interdizione a vita di svolgere qualsiasi attività professionale o extraprofessionale a contatto con minori.

«Voleva soddisfare il suo piacere sessuale» - «I reati principali sono ammessi e accertati», ha spiegato il giudice. «Gli abusi sono stati commessi su un lungo periodo, nel contesto di quello che doveva essere la cura della nipotina. Il 78enne ha inoltre agito per soddisfare il suo piacere sessuale, incurante della sofferenza che stava infliggendo alla sua nipotina e a tutta la famiglia».

Per quanto concerne invece i baci, «un bacio sulla bocca potrebbe anche essere considerato un atto sessuale. Nel caso in esame, però, la Corte ha optato per concedere il beneficio del dubbio».

Il reato di pornografia, invece, è stato confermato. «È vero che agli atti non c'è nemmeno un esempio delle immagini che l'uomo ha ammesso di aver guardato, ma abbiamo altri elementi per ritenere il reato: sappiamo che ha fatto ricerche online che riguardano atti che sono da considerare legati a figure minorenni».

Da vittima a carnefice - Bordoli si è poi rivolto direttamente all'imputato. «La Corte non mette in dubbio che lei durante la sua giovinezza abbia a sua volta subito degli abusi sessuali, ma non è perché lei ritiene di aver superato questi abusi, riuscendo a condurre una vita felice, che si può andare avanti senza fare troppe storie. Si può e si deve guardare al futuro con fiducia e ottimismo, ma ciò non significa che quello che ha fatto è roba di poco conto o che lei abbia già sufficientemente pagato».

Confessioni cruciali - Nella commisurazione della pena, ad ogni modo, è stato tenuto conto del fatto che se l'anziano non avesse confessato tutto quello che ha confessato, oggi si sarebbero potuti giudicare solo quattro o cinque episodi di abusi. «Se giudichiamo un comportamento ben più grave è perché lei ce lo ha detto, il che ha risparmiato alla vittima la tortura di nuovi interrogatori. Ciò non fa di lei un santo, ma implica una riduzione della pena».

Pena, questa, per la quale si è considerata anche l'età avanzata dell'uomo e il risarcimento per torto morale di 15mila franchi già accordato.

Il 78enne, in definitiva, è stato riconosciuto colpevole di atti sessuali con fanciulli, coazione sessuale, atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere e pornografia.

Durante il dibattimento svoltosi questa mattina, lo ricordiamo, la pubblica accusa aveva chiesto una pena di cinque anni di carcere, più l'espulsione dalla Svizzera per dieci anni e un trattamento ambulatoriale terapeutico. La difesa aveva invece proposto due anni e mezzo di detenzione da sospendere in favore di un trattamento terapeutico, e aveva domandato che gli venisse risparmiata l'espulsione.

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