«Un nonno che invece di accudire la nipotina, mangiava la sua innocenza»

Chiesti cinque anni di carcere, più l'espulsione, per un 78enne che per anni abusò sessualmente della sua nipotina. La piccola aveva tra i sei e gli otto anni.
LUGANO - Ha ripetutamente abusato sessualmente della sua nipotina, quando lei aveva tra i sei e gli otto anni, il 78enne italiano residente nel Luganese oggi alla sbarra alle Assise criminali.
L'uomo, che ammette i fatti, ha agito tra il 2021 e il 2024 nella sua abitazione. Quando la nipotina aveva tra i due e i tre anni il nonno l'avrebbe inoltre ripetutamente baciata sulla bocca, smettendo solo su richiesta di sua figlia, madre della piccola.
La pubblica accusa ha chiesto una pena di cinque anni di carcere, più l'espulsione dalla Svizzera per dieci anni e un trattamento ambulatoriale terapeutico. Si chiede inoltre che sia ordinata l'interdizione di svolgere qualsiasi attività professionale o extraprofessionale a contatto con minorenni.
La difesa ha invece proposto due anni e mezzo di detenzione da sospendere in favore di un trattamento terapeutico, e ha domandato che gli venga risparmiata l'espulsione. La sentenza è attesa per le 16 odierne.
«Tutti i fatti ricostruiti sono corretti», ha detto il 78enne in aula, ammettendo che «in quei momenti prevalevano i miei desideri e il mio piacere personale».
Pedofilia conclamata - La perizia psichiatrica, ad ogni modo, ha diagnosticato un disturbo pedofilico e ha giudicato il suo rischio di recidiva come elevato.
L'anziano ha quindi fatto riferimento a dei presunti abusi da lui sofferti in gioventù. «Delle cose che ho subito da ragazzo non ho mai voluto parlare con nessuno, neanche con i familiari. Avrei preferito non lo sapessero, per vergogna mia».
«Il mio mondo è qui» - Per quanto concerne una possibile espulsione il 78enne ha dichiarato di voler rimanere in Svizzera. «Il mio mondo è qui, ho mia moglie, i figli, i nipoti,..i contatti con i miei familiari in Italia non sono buoni e non potrei andrei mai a vivere da loro..visto anche quello che ho fatto».
A prendere la parola è stata quindi la procuratrice pubblica Anna Fumagalli.
«Questa inchiesta è iniziata con un pianto, un pianto silenzioso, arrivato come un fulmine a ciel sereno», ha esordito, spiegando che in questo contesto familiare i nonni si erano assunti compiti importanti, accogliendo i nipoti a dormire a casa loro ogni lunedì.
«"Il nonno mi continua a toccare la farfallina"» - «Lo scorso agosto la bambina ha raccontato alla mamma di non voler più andare dal nonno, perché lui la toccava nelle parti intime. La stessa sera la madre ha quindi affrontato il 78enne, che ha però minimizzato i fatti. Atteggiamento, questo, mantenuto fino ad ottobre».
La procuratrice ha poi spiegato come gli interrogatori della bambina siano stati particolarmente sofferti.
«Quel pianto e quei racconti sono stati come una bomba atomica, una deflagrazione in cui si è ferita la piccola, ma anche tutta la sua famiglia», ha continuato Fumagalli. «Nessuno poteva immaginare ciò che questa bambina stava vivendo, e si rileva che negli abusi c'è stata un'escalation vera e propria. Lui faceva leva sul suo ruolo di nonno».
L'anziano, inoltre, «ha sminuito la gravità dei fatti, per poi ammetterli pressoché in concomitanza con l'esito della perizia psichiatrica, conclusa a ottobre».
«Non è pentito e banalizza» - Perizia, questa, che ha stabilito che presenta un pensiero sessuale distorto e opera un diniego. «La sua autocentratura lo mantiene distante dalle conseguenze del suo agire, che banalizza». Per la pubblica accusa, dunque, «l'imputato non mostra pentimento, ma solo un'assunzione parziale di responsabilità».
La procuratrice ha poi evidenziato che un nonno, per definizione, deve incarnare cura, protezione, educazione e trasmissione di valori, «un ruolo che è stato stravolto dall'imputato, che da custode si è trasformato in carnefice».
«Voleva soddisfare le sue perversioni» - «Ha sfruttato la sua posizione di nonno per soddisfare le sue perversioni e pulsioni sessuali. E il trauma rischia di segnare per sempre lo sviluppo psicologico della bambina. Ci si chiede poi se quanto è stato ammesso sia tutto, o se è soltanto la punta dell'iceberg».
«Un predatore, ha tradito l'intera famiglia» - «Questo processo ha al centro il tradimento», le ha fatto eco l'avvocato Sandra Xavier, legale della famiglia. «Il tradimento di un nonno verso la sua nipotina, il tradimento di un padre verso sua figlia, e il tradimento di un uomo verso i valori più basilari».
«Ha denunciato suo padre per dare voce a sua figlia» - E oggi le conseguenze sono apparenti. «È evidente che la bambina è stata esposta a dinamiche traumatiche. Vive le sue giornate con rabbia e con ansia rispetto al suo futuro». La madre, invece, «ha avuto il coraggio di fare la scelta più dolorosa, denunciando suo padre per dare voce a sua figlia. Un coraggio, questo, che merita rispetto».
Xavier si è poi espressa sulle dichiarazioni fatte dal 78enne, che a inizio inchiesta aveva sostenuto di essersi innamorato della nipote. «Travestire l'abuso con l'innamoramento non è altro che un insulto, una tattica crudele che non fa altro che aggravare il suo agire».
Infine, rispetto all'espulsione, viene sottolineato che autore e vittima vivono a pochi chilometri di distanza e che se non fosse ordinata la bambina si porterebbe continuamente addosso la paura di incontrare il nonno.
«Le voleva bene» - A esprimersi è quindi stata la difesa. «Il mio assistito sicuramente voleva bene alla nipote, e sicuramente ha commesso atti di inaudita gravità. Però, confrontato da sua figlia, lo ha ammesso subito», ha detto l'avvocato Stefano Pizzola.
«L'imputato è un uomo chiuso, riservato, d'altri tempi. Non bisogna confondere il suo atteggiamento con una freddezza. Siamo di fronte a un brav'uomo, anziano, incensurato, che ha lavorato tutta la vita, che è stato un buon padre e si è sempre occupato della famiglia. Non emergono inoltre indizi che abbia avuto comportamenti inadeguati prima di quelli commessi sulla nipote».
Stando alla difesa il 78enne avrebbe inoltre subito degli abusi in gioventù. E risulta che non avesse rapporti sessuali con la moglie da circa 10-15 anni.
«Ha interrotto il suo agire» - Pizzola ha poi fatto notare che gli abusi sulla nipotina si sono interrotti nel maggio 2024, circa due mesi prima dell'arresto. «Perché c'è stato questo stop? La spiegazione più semplice è che il mio assistito, rendendosi conto di sbagliare, abbia deciso di mettere fine al suo agire. Deve quindi essergli riconosciuto il merito di avere interrotto autonomamente gli abusi».
«È lui che ha ricostruito tutto» - La difesa ha poi sostenuto che vi è stata una collaborazione. «Sostanzialmente l'intero castello accusatorio si regge sulle dichiarazioni del 78enne. È vero che i racconti inizialmente ero più blandi, ma è difficile ammettere, anche a sé stessi, di aver commesso fatti di questa natura».
In ragione del risarcimento per torto morale già accordato, pari a 15mila franchi, e del dispiacere espresso dall'imputato, Pizzola ha chiesto infine che gli venga riconosciuto il sincero pentimento.
In merito all'espulsione la difesa ha osservato che l'anziano è in Svizzera da 55 anni e che «in Italia si ritroverebbe solo e senza alcun supporto».
«So che ho rovinato la mia famiglia» - A chiudere il dibattimento sono state infine le parole dell'imputato. «Non si può dire che non ho nessun pentimento, perché l'ho sempre avuto. So che ho rovinato la mia famiglia, mia nipote e tutti».