«Quando l'hanno riassunto sapevano»

Le riflessioni di Roberto Pasinetti sull'agente della Polcomunale arrestato per abusi su minori: «Il nepotismo lo ha favorito. Non è il primo, né l'ultimo caso»
LOCARNO - Il pensiero che qualcuno sapeva, ma ha voluto guardare altrove, non dà pace a Roberto Pasinetti. Il consigliere comunale leghista, nelle ultime ore, ha affidato ai social le sue riflessioni sulla vicenda dell’agente di polizia del locarnese arrestato con l’accusa di atti sessuali con fanciulli.
Un passato di droga e comportamenti inopportuni - Pasinetti non si sofferma tanto sull'evento che ha condotto l'uomo all'arresto, quanto sulle modalità che portarono alla sua assunzione in polizia (e poi riassunzione presso un altro comune), dopo essere stato licenziato per coinvolgimenti con ambienti legati al consumo di stupefacenti. Non dimenticando inoltre i comportamenti inopportuni che lo stesso aveva avuto, non ancora ventenne, ai danni di un bambino di 9 anni a cui aveva abbassato i pantaloni, prima di schiaffeggiarlo dopo che questi si era ribellato.
«Se la memoria non mi fa difetto, all’epoca dell'episodio con il bambino erano in servizio almeno due agenti che avevano ricevuto la segnalazione e pertanto erano informati, se non addirittura coinvolti, negli accertamenti. È altresì possibile, se non probabile, che uno di questi agenti allora in servizio abbia partecipato al suo colloquio d'assunzione».
Pasinetti sembra avere informazioni dettagliate anche sull'episodio che costò il posto di lavoro al poliziotto: «Una vicenda legata al mondo degli stupefacenti. Il licenziamento era avvenuto perché, durante una o più perquisizioni, aveva trattenuto una parte della droga sequestrata».
«Coincidenze e conoscenze» - Coincidenza vuole che in quel periodo fosse pubblicato un concorso per uno o due agenti in un'altra sezione della comunale del Locarnese. «I genitori di questo agente, molto amici di una persona che all'epoca occupava un posto di rilievo in Municipio, influente e con molte conoscenze, sono intervenuti facendo sì che venisse "riciclato" ignorando i suoi trascorsi».
Pasinetti non intende entrare nel merito delle accuse che hanno portato all'arresto dell'agente. La sua è una riflessione più ampia e relativa alle modalità con cui si «getta fumo negli occhi dei cittadini, un po' come fa in apicoltura per calmare le api». «Chiamiamolo nepotismo, o come vogliamo - incalza -. Ma di assunzioni così, avvenute grazie ad amicizie o legami di parentela, nell'amministrazione comunale se ne annoverano anche troppe».
«Cittadini trattati come fuchi» - «In un ambiente politico sano e trasparente i municipali, soprattutto quelli presenti al momento dell’assunzione, dovrebbero quantomeno ammettere che vi sono state delle lacune nel valutare l’idoneità della candidatura». Il paragone con le api ritorna: «Siccome l’ambiente politico di questo comune non è sano e ancor meno trasparente, ciò non avviene e si preferisce trattare i cittadini come fuchi sperando che tutto finisca nel dimenticatoio. Il problema è che a volte anche i fuchi hanno buona memoria», conclude.