Cerca e trova immobili
AURIGENO/ LUGANO

Luglio 2022: parte il conto alla rovescia verso la morte del custode

Un cerchio tremendo che si apre sulle scale della scuola dei Ronchini e si chiude praticamente nello stesso posto. Con tre spari alla schiena e una vendetta inseguita per mesi.
Ti-Press (archivio)
Luglio 2022: parte il conto alla rovescia verso la morte del custode
Un cerchio tremendo che si apre sulle scale della scuola dei Ronchini e si chiude praticamente nello stesso posto. Con tre spari alla schiena e una vendetta inseguita per mesi.

AURIGENO/ LUGANO - «Il conto alla rovescia verso la morte del custode è iniziato a luglio 2022. È lì che il principale imputato scopre l'inizio della relazione tra lui e l'ormai ex moglie. Li vede mano nella mano su una scala, quella della scuola in cui mesi dopo, l'11 maggio 2023, si consumerà il dramma». Il procuratore pubblico Roberto Ruggeri prende la parola al processo per il delitto di Aurigeno, in corso a Lugano. Con un pensiero ai figli del custode ucciso dal 44enne alla sbarra. «Questa è una tragedia che ha segnato in modo irreparabile la vita di tre ragazzi già orfani di madre, brutalmente accoltellata pochi anni prima», afferma.

Lo scenario che cambia – Nel 2019 la moglie del 44enne inizia a lavorare come donna delle pulizie presso le scuole dei Ronchini. È in quella circostanza che conoscerà il custode. Custode che poi diventerà anche cliente del suo futuro omicida, presso il negozio di telefonia da lui stesso gestito. Tre anni dopo lo scenario cambia. La relazione del custode con la moglie dell'imputato stravolge la vita dell'uomo che oggi si trova davanti alla Corte delle Assise Criminali. Il 44enne esprimerà in più modi di essere tormentato da demoni. E inizierà una crociata personale contro il custode.

«Meditava vendetta» – Le provocazioni si fanno sempre più frequenti. Il custode, pur avendo segnalato ripetutamente i comportamenti del 44enne alla polizia, non ha mai sporto alcuna denuncia verso il 44enne. Proprio per non inasprire ulteriormente i rapporti. «E così il 44enne passa a comportamenti più aggressivi – fa notare Ruggeri –. Le molotov a 200 metri dalla scuola? Non è credibile l'ipotesi che l'accusato volesse trasformarsi in una torcia umana. Abbiamo a che fare con un'escalation di odio. È vero che il 44enne era seguito in terapia. Ma simulava. Consapevolmente. Dentro di sé meditava vendetta. È riuscito a manipolare anche il gruppo di prevenzione che lo seguiva».

Punto di non ritorno – Il 9 aprile del 2023 lo sparatore cambia ulteriormente registro. Uno scambio di messaggi col custode corrisponde al punto di non ritorno. «I due si confrontano su questioni economiche che riguardano le rispettive posizioni. "A te i soldi li dà la vedovanza", scrive l'imputato principale al custode. "Tu sei in malattia", gli replica il custode». Lo sparatore inizia così a mettersi in testa che dietro a queste parole ci possano essere delle insinuazioni. «Anche perché – sostiene il procuratore pubblico – sa di essere in malattia ma allo stesso tempo di lavorare».

Alla ricerca di un'arma – È dopo il 9 aprile che il 44enne inizierà a cercare una pistola. Coinvolgendo più persone. Anche passando attraverso il darkweb. Poi arriverà in suo "aiuto" la sua conoscente. «Una donna che all'epoca dei fatti aveva 32 anni e una figlia di 6. Era una madre single che doveva sbarcare il lunario. Non era una sprovveduta. Ha iniziato a lavorare per l'imputato principale nel negozio di telefonia qualche mese prima. Era la sua donna di fiducia. Nonostante l'imputato principale avesse manifestato le sue intenzioni, si è rivolta comunque all'uomo che poi le procurerà una pistola. Gli chiederà: "Riesci a trovare una pistola per il mio capo"?» Si rivolge a lui perché è vicino a persone poco raccomandabili».

Incontro al bar – Il trio si troverà il 16 aprile in un bar di Bellinzona. «La trattativa verrà finalizzata la sera successiva. Il terzetto non si incontra per caso. Tutto era organizzato. Quella sera l'imputato principale cercherà su internet informazioni sul tema dell'omicidio passionale e sulle caratteristiche della pistola che sta per acquistare. L'imputato principale racconta al "venditore" che sono undici mesi che sta male a causa di una persona. Il 17 aprile i tre si trovano ancora al bar. Poi si spostano nei pressi dell'abitazione del "venditore". Pistola e munizioni saranno consegnate in un sacchetto».

I dubbi sulla malattia – Il 19 aprile scatta un'inchiesta verso il 44enne sparatore in merito al suo presunto stato di malattia. Ruggeri rammenta: «A partire dal 20 luglio del 2022, dopo avere scoperto la relazione tra l'ex moglie e il custode, l'imputato principale si mette in malattia. Nonostante questo ha sempre pubblicato sui social immagini di vacanze all'estero. L'assicurazione è insospettita e verifica. E dà mandato a un'agenzia investigativa per capire quale sia il suo reale stato di salute».

Il pretesto – Nel frattempo il 44enne continua a covare rabbia. «Qualsiasi circostanza scomoda la attribuisce al custode. È ossessionato da lui». Manca solo il pretesto per fare la follia. Pretesto che arriva la mattina di giovedì 11 maggio 2023, il giorno del disastro. «Quel giorno all'imputato principale l'assicurazione fa notare di avere truffato. Di avere sempre lavorato e di avere fatto viaggi all'estero. "Avete creato un mostro", dirà l'imputato principale. Aggiungendo: "Vado ad ammazzare tutti". Sì, perché nella sua testa è tutta colpa del custode. E si ricorda dello scambio di messaggi del 9 aprile. Per il 44enne è il custode ad avere architettato tutto».

«Come un cacciatore» – E così il 44enne raggiungerà Aurigeno attorno a mezzogiorno. Posteggia. Costeggia il fiume. Attraversa il bosco. Un cammino di una dozzina di minuti. Resterà su un terrapieno in attesa per circa un'ora. «Come fa un cacciatore in attesa della propria preda». Verso le 13.30 il custode esce dalla propria casa, situata sul retro della scuola, con uno dei tre figli. «A quel punto il 44enne si dirige verso la vittima. Il custode cerca rifugio nella scuola. Quello che doveva essere un porto sicuro, si trasformerà nel luogo della tragedia».

Quel luogo simbolico – Tre spari alle spalle. Tre colpi sparati da quelle stesse scale in cui il 44enne a luglio 2022 aveva scoperto la relazione tra il custode e la donna. Un luogo che diventa simbolo di un cerchio tremendo che si chiude. Mentre il custode è per terra, il suo cellulare squilla. Risponderà il "killer". A chiamare è la sua ex moglie, attuale compagna del custode. "Adesso piangi tu", le dirà il 44enne. Nel frattempo tutta la scuola è in subbuglio. Avvolta dalla paura. Il custode morirà dopo un'ora di agonia.

«Lei dovrà soffrire per la perdita del compagno» – Ruggeri è esplicito: «L'imputato ha dimostrato la sua enorme pericolosità sociale. Le affermazioni secondo cui avrebbe perso la testa lasciano il tempo che trovano. Ha deciso che la sua ex moglie avrebbe dovuto soffrire per la perdita del compagno. Ha voluto eliminare la persona da lui ritenuta responsabile della sua rovina. In modo da ristabilire l'onore perduto».


Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE