Cerca e trova immobili
CANTONE

Sotto la pioggia, contro lo smantellamento: «Il Ticino non è serie B»

È scattata, puntualmente, alle 18, la manifestazione indetta contro la ristrutturazione di FFS Cargo.
Sotto la pioggia, contro lo smantellamento: «Il Ticino non è serie B»
TiPress
Sotto la pioggia, contro lo smantellamento: «Il Ticino non è serie B»
È scattata, puntualmente, alle 18, la manifestazione indetta contro la ristrutturazione di FFS Cargo.

MENDRISIO - Pioggia e temporali - se non per la scelta di spostare la cornice conclusiva al Mercato Coperto - non hanno intaccato lo svolgimento della manifestazione indetta questa sera a Mendrisio contro la prospettata ristrutturazione di FFS Cargo.

Un venticello, quello apparecchiato dalla meteo, per i manifestanti se paragonato ad altri orizzonti. «Questa non è una ristrutturazione. Questo è uno smantellamento, fatto in nome dell’equilibrio finanziario, ma a spese dei lavoratori, dell’ambiente e della volontà popolare», ha affermato Tessa Jorio, Presidente Sezione FFS Sud transfair.

«Oggi FFS Cargo vuole chiudere due terminal fondamentali per il Ticino: Lugano Vedeggio e Cadenazzo. Questo significa 40 posti di lavoro in meno, famiglie in difficoltà, competenze ferroviarie che spariscono, e decine di migliaia di camion in più sulle nostre strade, nel Mendrisiotto e lungo l’asse del Gottardo». «Dopo aver investito miliardi in AlpTransit, dopo aver detto SÌ all’Iniziativa delle Alpi, ora cosa facciamo? Torniamo indietro? Lasciamo che a decidere siano solo i profitti?», ha proseguito. «Lo diciamo forte e chiaro: il Ticino non è una regione di serie B. Le sue lavoratrici e i suoi lavoratori non sono sacrificabili».

«L'impressione è che le FFS stiano improvvisando»
«Oltre all’indignazione per le misure che le FFS intendono prendere, siamo testimoni del periodo della vita nonché dei sentimenti che il personale direttamente toccato sta vivendo. Manovristi che, dopo decenni di lavoro fisico pesante, prestato con tutte le condizioni atmosferiche immaginabili, si ritrovano d’un tratto considerati come un’inutile zavorra», ha dichiarato. Alan Tettamanti a nome del Comitato LPV Sezione Ticino - SEV.

«La netta impressione è che le FFS, riguardo al trasporto merci, stiano improvvisando. Tanto che intendono mettere in piedi un servizio in prova, tra Stabio e Dietikon e poi tra un paio di anni si vedrà. Tanto che affermano che con il concetto «Suisse Cargo Logistics», a partire dal 2050, circa un milione di corse di autocarri all’anno saranno trasferite su rotaia. Ma oggi, in pochi mesi, si chiude. Si bruciano posti di lavoro, si bruciano competenze acquisite dal personale in decenni e si bruciano decine di milioni investiti. E quando domani la domanda di trasporto aumenterà, FFS Cargo non sarà più nelle condizioni di offrire soluzioni di trasporto».

«Una goccia che, per il Ticino, fa traboccare il vaso»
«Stiamo chiedendo noccioline e ci viene dato degli ingordi», ha affermato Nara Valsangiacomo, nuova Presidente di Pro Alps. «Oggi come oggi, non solo nella politica di trasferimento, ma in numerosi ambiti a livello federale il mandato pubblico viene sottomesso al pareggio di bilancio. Addirittura chi esegue il mandato ha internalizzando tale messaggio. Nessuno vuole più camion su rotaia, ma c’è chi si spaventa quando scopre che questo ha un prezzo».

Ma di che cifre stiamo parlando? «Parliamo di 20 milioni di contributo annuale per l’autostrada viaggiante. Parliamo di 12 milioni di perdita del traffico combinato a carri singoli. E, certo, stiamo anche parlando di una perdita di FFS Cargo tra i 70 e gli 80 milioni di franchi. Ma questo a fronte di 5.5 miliardi circa a disposizione del Fondo per l’infrastruttura ferroviaria solo per il 2025, di cui circa 3 miliardi di mezzi federali e 600 milioni di mezzi cantonali. Ma anche a fronte di 3 miliardi: è il costo dell’impatto del traffico pesante sulla salute di chi vive sugli assi di transito, per l’ambiente danneggiato dalle emissioni, per il tempo perso in colonna. Costi che paga la popolazione, non il traffico pesante».

E riguardo alle soluzioni? «Trecento milioni, è quanto ci facciamo sfuggire ogni anno perché il 90% dei camion che attraversano la Svizzera pagano troppo poco. I camion a diesel fanno parte della categoria di tassazione sul traffico pesante meno cara. La situazione è così imbarazzante che il Consiglio federale ha fatto una proposta di revisione: tutte le misure però vengono applicate solo dal 2029». Quindi «è necessario riconoscere il trasporto merci come servizio pubblico, perché permette di proteggere le zone alpine, di adempiere al mandato costituzionale e di liberare le strade svizzere. Abbiamo bisogno di una pianificazione lungimirante, che non dimentichi il Ticino», ha proseguito Valsangiacomo. «Come FFS comunicava questo lunedì: l’impatto della ristrutturazione del traffico combinato porterà “solo” 20'000 camion in più su strada a fronte di 30 milioni di viaggi del traffico pesante in tutta la Svizzera, una goccia nel mare (senza parlare degli altri 70'000 dell’autostrada viaggiante). Per il Ticino e per il Mendrisiotto è la goccia che fa traboccare il vaso».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
Naviga su tio.ch senza pubblicità Prova TioABO per 7 giorni.
NOTIZIE PIÙ LETTE