Giovane agricoltore rischia di perdere tutto per colpa della burocrazia


A causa di un cavillo ci ha rimesso i sussidi. Ora gli abitanti di Insone, con una raccolta fondi, tentano di salvare il sogno di Davide
A causa di un cavillo ci ha rimesso i sussidi. Ora gli abitanti di Insone, con una raccolta fondi, tentano di salvare il sogno di Davide
INSONE - A Insone c’è un’azienda agricola fuori dal comune. Qui ogni animale non è un numero, ma un compagno di vita con un nome, una personalità e una storia. Le giornate scorrono tra fatica e soddisfazioni. A mandare avanti tutto è Davide Gamba, 27 anni. «Per me avere un posto dove il benessere degli animali viene prima di tutto è sempre stato un sogno», racconta. Un sogno che rischia però di incrinarsi a causa di un cavillo burocratico.
Da qualche tempo Davide ha deciso di fare il salto di qualità, completando il percorso per diventare agricoltore professionista. «Per ottenere il diploma federale mi sono iscritto alla scuola di agraria: solo così potevo aumentare la percentuale di lavoro in azienda e accedere ai pagamenti diretti. Senza titolo si è considerati hobbisti, e si può lavorare al massimo al 50% per ricevere i sussidi».
Poi sono nati alcuni vitelli. «La mia attività è salita al 60%, superando il limite previsto per gli hobbisti. Purtroppo non avevo ancora il diploma per essere riconosciuto come professionista. L’ho preso solo a luglio, e i controlli sono retroattivi. Risultato: quest’anno niente pagamenti diretti. Mi sono trovato senza quei fondi, con le casse quasi vuote».
Lanciata una raccolta fondi - Per coprire le spese è partita una raccolta fondi organizzata da amici del paese: l’obiettivo è di 25 mila franchi, necessari «per pagare i debiti e l’affitto della stalla, coprire le spese annuali come benzina, mangimi, paglia e assicurazioni, e adeguare la stalla alle richieste del veterinario cantonale».
«Negli ultimi anni ho investito molto per rinnovare la stalla e fare nuove costruzioni, consumando i risparmi - spiega Davide -. In più il veterinario cantonale ha chiesto alcune modifiche strutturali: costi che avrei coperto coi pagamenti diretti, ma ora devo affrontare da solo».
Oggigiorno Davide conta nella sua stalla dieci vacche di razza grigia retica, una quarantina di galline, undici capre tibetane che alleva da quando era ragazzo, nove pecore e due asini. L’azienda si estende su quindici ettari di terreno sparsi tra le valli della zona.
Dove gli animali vivono serenamente - La sua è un’azienda diversa dal solito. «Teoricamente l’allevamento è per produrre carne. Tuttavia, qui, gli animali non finiscono mai al macello. Mi affeziono a loro, e per questo la mandria continua a crescere… e con lei il carico di lavoro. Ogni tanto cedo qualche vitello a terzi, dopodiché non voglio sapere che fine facciano». Per ora non produce formaggi. «Le norme sono rigide e costose. In futuro mi piacerebbe investire in un bel laboratorio». Nel frattempo ci sono «le galline che producono uova, ma tengo anche quelle anziane che non depongono più. Gli asini mi aiutano a tenere puliti i prati: guadagnano qualcosa quando li porto nelle case anziani o nelle scuole per attività didattiche, specialmente per la ricorrenza di San Nicolao».
Una passione nata da sé, senza alcuna tradizione familiare. «Ho aperto l’azienda nel 2013–2014 e nel 2017 sono entrato nel sistema dei pagamenti diretti come hobbista. Non volevo fermarmi. Amo stare nei campi fino a tardi, vedere il tramonto, lavorare con animali che trasmettono calma. Mi piace che non ci sia troppa routine: d’estate il lavoro è frenetico, d’inverno più tranquillo. È uno stile di vita che ti fa vivere le stagioni».
E il sogno non si ferma: «Un domani, mi piacerebbe aprire un agriturismo per ospitare le persone e farle vivere davvero la natura e l’agricoltura».