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Coleottero giapponese: «Il Ticino come lo sta affrontando?»

Interpellanza in Gran Consiglio: cresce la preoccupazione per i danni causati dall'animale sull'efficacia delle misure di contenimento.
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Fonte red
Coleottero giapponese: «Il Ticino come lo sta affrontando?»
Interpellanza in Gran Consiglio: cresce la preoccupazione per i danni causati dall'animale sull'efficacia delle misure di contenimento.

BELLINZONA - «Dal 2017 il Cantone Ticino rappresenta la principale porta d’entrata in Svizzera della Popillia japonica, coleottero giapponese altamente invasivo. Si tratta di un polifago, in grado di nutrirsi di oltre 400 specie vegetali, con una predilezione per colture agricole e per piante ornamentali». Comincia così l'interpellanza presentata da Aline Prada (UDC) e firmata da Raide Bassi (UDC), Alain Bühler (UDC), Giovanni Capoferri (Centro), Lara Filippini (UDC), Tiziano Galeazzi (UDC), Sem Genini (Lega), Andrea Giudici (UDC), Aron Piezzi (PLR), Tuto Rossi (UDC), Roberta Soldati (UDC).

«La sua diffusione - si legge nel documento - compromette seriamente la redditività e la sopravvivenza del settore agricolo cantonale, già oggi confrontato con danni crescenti e riduzioni sensibili delle rese. Oltre alla produzione agricola, anche il verde pubblico e privato subisce pesanti ripercussioni, con conseguenze dirette sulla qualità del paesaggio e sull’attrattiva turistica. Altresì la sua diffusione dal Ticino al resto della Svizzera preoccupa molto l’intero settore primario elvetico».

A oggi, scrivono gli interpellanti, «il Ticino prevede quattro misure principali per contrastarne la diffusione: la cattura manuale, le trappole a feromoni, i trattamenti fitosanitari (per la viticoltura) e i nematodi entomopatogeni». Nonostante tali sforzi, secondo i dati aggiornati a marzo 2025, la presenza del coleottero «ha ormai invaso tutto il Basso Ticino e si è estesa al Bellinzonese e al Locarnese. In Svizzera e nell’Unione Europea, la Popillia japonica è regolamentata come organismo da quarantena, con obbligo di lotta e di segnalazione al Servizio fitosanitario della Sezione dell’agricoltura. Il rischio è evidente: un aggravarsi esponenziale dei danni economici, produttivi e ambientali, con conseguenze pesanti per interi comparti produttivi e per il paesaggio del nostro Cantone».

Alla luce di quanto esposto, i firmatari chiedono al Consiglio di Stato:

1. Ritiene sufficienti le misure attualmente adottate o prevede di rafforzarle/estenderle?
2. Sono in discussione nuovi strumenti di contrasto o strategie di contenimento coordinate a livello federale e internazionale?
3. La ricerca agronomica sta portando avanti dei progetti concreti per trovare delle soluzioni alla problematica? Se sì, quali sono tali progetti e che risultati sono stati ottenuti ad oggi? Se no, perché vista la rilevanza del coleottero?
4. C’è una coordinazione tra Cantone e Comuni per la lotta allo scarabeo?
5. Esiste di fatto un obbligo di lotta per aziende e privati?
6. Le aziende agricole possibilmente toccate sono sostenute dal Cantone e/o Confederazione per far fronte a questo problema? Vengono indennizzate per le perdite subite? A quanto ammontano finora tale perdite/tali indennizzi in Ticino?
7. Quanto viene stanziato dalla Confederazione e dal Cantone per monitorare, catturare, prevenire e gestire la lotta contro la Popillia japonica?

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