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CANTONE / MALTA

Ticinese condannato a Malta, gli avvocati: «Accuse false, ma ammesse per tornare a casa»

La presa di posizione dei legali: «A causa delle sue condizioni di salute precarie ha dovuto riconoscere i capi a suo carico»
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Ticinese condannato a Malta, gli avvocati: «Accuse false, ma ammesse per tornare a casa»
La presa di posizione dei legali: «A causa delle sue condizioni di salute precarie ha dovuto riconoscere i capi a suo carico»

ASCONA - «L’Interessato è stato vittima di un procedimento avviato su accuse infondate; l’ipotesi è che in futuro gli sarebbe stato chiesto un corrispettivo per il ritiro delle accuse. È stato arrestato e posto in stato di detenzione preventiva mentre si trovava in hotel ad attendere la sua compagna e la figlia». È la versione fornita dagli avvocati Raffaele De Vecchi e Matteo Simona dello studio legale Nievergelt & Stoehr SA Lugano, difensori del 59enne del Locarnese condannato lunedì a Malta per reato sessuali a due anni di carcere, pena sospesa con la condizionale.

«Le autorità inquirenti - scrivono nella presa di posizione - hanno prospettato una carcerazione di durata imprecisata, in attesa del completamento delle indagini. Durante la detenzione, l’Interessato ha sviluppato gravi problemi cardiaci che hanno reso necessaria la sua ospedalizzazione. In stretta collaborazione con i suoi legali, sia maltesi sia svizzeri, confrontato con il suo precario stato di salute e la pena condizionale offerta dalle autorità penali, l’Interessato non ha potuto che optare per ammettere le accuse, pur essendo del tutto false, al solo fine di poter tornare in patria ed evitare ulteriori gravi conseguenze alla salute».

Secondo i suoi legali maltesi, casi di questo genere non sono rari a Malta. «L’Interessato segnala che l’intera procedura, dall’arresto alla condanna, si è svolta in meno di 24 ore, senza che egli fosse nemmeno interrogato dalle autorità. Per questo motivo l’Interessato esprime profonde perplessità riguardo all’equità e alla correttezza di processi svolti in questo modo. L’Interessato, la sua compagna e la figlia hanno lasciato Malta e si trovano al sicuro, dovendo ora affrontare un processo mediatico di pari iniquità. La famiglia lo sostiene in questo momento difficile».

Fanno sapere infine che il 59enne «condanna fermamente qualsiasi forma di violenza, sia essa psicologica o fisica, e intende impugnare la decisione delle autorità maltesi nelle sedi competenti».

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