«La Svizzera, un continente in miniatura che unisce valori e lingue»


L'allocuzione della consigliera federale a Sessa comprende anche un elogio ai frontalieri: «Contribuiscono alla vitalità dell’economia ticinese»
L'allocuzione della consigliera federale a Sessa comprende anche un elogio ai frontalieri: «Contribuiscono alla vitalità dell’economia ticinese»
TRESA - «Quello che ci unisce non è solo abitare in un villaggio o in una regione, ma un sentimento di appartenenza». A dirlo è la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ospite a Tresa per il 1° agosto.
La Svizzera, «un continente in miniatura» - «Da un punto di vista culturale, senza volerci vantare troppo, potremmo osare considerare il nostro Paese un continente in miniatura - dice la consigliera federale socialista - il Consiglio federale non ha alcuna velleità di centralizzazione e voi e io sappiamo benissimo che il nostro collante è frutto di un impegno costante e quotidiano, di un contratto rinnovato senza sosta per costruire insieme una prosperità condivisa, a favore di tutta la nostra popolazione».
Le guerre nel mondo - Nella sua allocuzione, ha rivolto un pensiero «alle tragedie umane che si consumano attualmente in Ucraina, nella Striscia di Gaza, in Darfur e in altre parti del mondo. Questi drammi devono suscitare uno scossone collettivo. L’indifferenza non è un’opzione. Uno slancio comune è necessario per difendere i nostri valori umanitari, le nostre istituzioni, la nostra pluralità, e tutto quello che è possibile fare per rendere il nostro mondo più giusto, solidale e inclusivo».
«La scuola è fondamentale per lo sviluppo» - Per quanto riguarda il plurilinguismo, Baume-Schneider ha sottolineato come il rinvio dell’apprendimento di una seconda lingua nazionale significherebbe la fine del cosiddetto «compromesso sulle lingue». «Il Cantone Ticino sa bene quanto la scuola giochi un ruolo fondamentale per lo sviluppo armonioso delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi e per l’apprendimento delle regole del vivere insieme».
«Le lingue sono l'espressione della nostra identità collettiva» - Ma la questione, per la consigliera federale, è un’altra. «Le nostre lingue nazionali sono molto più di una questione didattica o pedagogica. Sono costitutive della nostra identità. Il nostro Paese può funzionare soltanto se siamo capaci e desiderosi di interessarci alle altre regioni linguistiche. E quindi di capirci reciprocamente. Le nostre lingue nazionali sono l’espressione della nostra identità collettiva, dei nostri riferimenti culturali e dei nostri valori».
«Con l'UE condividiamo valori fondamentali» - Infine, per il dossier sull’UE, «il Consiglio federale intende stabilizzare e ampliare le nostre relazioni con l’Unione europea». E vista anche la recente notizia sui dazi applicati alla Svizzera, «proprio quando il sistema internazionale si fa fragile, è ancora più importante mantenere relazioni chiaramente definite e stabili con i nostri vicini europei – vicini con cui condividiamo valori fondamentali: il rispetto dei diritti umani, la democrazia, la libertà e lo Stato di diritto».
L'elogio ai frontalieri - A questo proposito, la consigliera federale ha sottolineato come siano importanti «queste relazioni e la permeabilità del confine per un Cantone come il Ticino, in cui i frontalieri – donne e uomini – contribuiscono ogni giorno alla vitalità dell’economia ticinese in molti settori, in particolare quello sanitario, ospedaliero e turistico».