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Tassa sulla salute: «Ora la parola a chi lavora»

Definito un percorso di mobilitazione da parte dei sindacati ticinesi e italiani.
TIO/20min/CAIRONI
Tassa sulla salute: «Ora la parola a chi lavora»
Definito un percorso di mobilitazione da parte dei sindacati ticinesi e italiani.

BELLINZONA / MILANO - Confermano la propria contrarietà alla tassa sulla salute e annunciano «una fase di confronto con i lavoratori frontalieri». A dirlo, attraverso un comunicato stampa, sono i sindacati ticinesi e italiani.

Il tributo, deciso dal governo italiano e condiviso dalla Lombardia, si configura come «una doppia imposizione sui redditi da lavoro dipendente - commentano Unia, Ocst, Syna, Cgil, Cisl e Uil - inoltre, prendendo atto dell’indisponibilità al ritiro del provvedimento, nonché a un qualsivoglia intervento di modifica dell’imposizione fiscale volto a superare i limiti giuridici determinati dall’evidente profilo d’incostituzionalità, oltreché di equità del provvedimento, fatta eccezione per la disponibilità di destinare una parte del gettito a un ipotetico, ma non meglio precisato, welfare di frontiera, urge ad avviso delle scriventi organizzazioni sindacali una fase di confronto con i lavoratori frontalieri che si concretizzerà entro settembre attraverso assemblee territoriali lungo il confine italo-svizzero».

Il decreto attuativo è in fase di definizione presso il Ministero della Salute italiano, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Regione Lombardia ha indicato un valore minimo del 3% da applicare ai salari netti dei lavoratori frontalieri per finanziare la sanità di frontiera.

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