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MENDRISIO

«Rimuovere immediatamente lo sconcertante divieto di svolgere la Soleggiata»

Interpellanza del deputato UDC Tuto Rossi al Consiglio di Stato: «Fornite ai ricorrenti una scatola di tappini per le orecchie»
Edoardo Nerboni
«Rimuovere immediatamente lo sconcertante divieto di svolgere la Soleggiata»
Interpellanza del deputato UDC Tuto Rossi al Consiglio di Stato: «Fornite ai ricorrenti una scatola di tappini per le orecchie»

ARZO - «Da 6 anni si svolge presso le Cave di Arzo un festival musicale che attira centinaia di turisti, giovani e meno giovani, da tutto il Cantone, dalla vicina Italia e da oltralpe. Mai ci sono state violenze, né necessità di un intervento poliziesco. Questo festival, denominato “La Soleggiata” ha sempre rappresentato un importante interesse pubblico sia per l’indotto che provoca, sia per il marketing dei cosiddetti paesi della montagna (Arzo, Meride, Tremona, Besazio) e per la rinomata regione del San Giorgio».

Con queste premesse, il granconsigliere UDC Tuto Rossi si rivolge al Consiglio di Stato, chiedendo l'annullamento del divieto di svolgere il festival, previsto agli inizi di luglio. «Come sempre quando ci sono pubblici eventi - scrive Rossi - c’è qualcuno che si lamenta, il più delle volte per egoismo e per frustrazioni personali trasformate in pubbliche idiosincrasie. Secondo notizie di stampa, quest’anno un nucleo familiare di Tremona si sarebbe lamentato della musica, tramite un ricorso al Consiglio di Stato. Sorprendentemente il servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato ha dato ragione a questi ricorrenti, vietando la manifestazione»

La decisione, secondo Rossi, è «in flagrante violazione del bilanciamento tra interesse pubblico e interesse privato obbligatoriamente prescritto dal diritto amministrativo in simili circostanze. Il fatto che anche il municipio di Mendrisio sia intervenuto presso il Consiglio di Stato per rimuovere questo divieto provvisionale, dimostra il prevalente interesse pubblico a mantenere questa manifestazione divenuta tradizionale«.

La decisione del Consiglio di Stato è «assolutamente farisaica, poiché il divieto provvisionale in realtà è definitivo in quanto il servizio dei ricorsi non si pronuncerà nel merito prima dell’inverno, considerati i tempi biblici di evasione dei ricorsi di questo servizio ampiamente deficitario. È la dimostrazione dell’assoluta urgenza di un intervento risolutivo del Consiglio di Stato, legalmente assolutamente possibile, per rimuovere l’assurdo divieto provvisionale o del festival La Soleggiata per questa edizione fino alla decisione definitiva nel merito».

Da qui le richieste rivolte all'esecutivo cantonale: «Intervenire immediatamente a tutela dell’interesse pubblico, rimuovendo all’istante l’assurdo divieto provvisionale di svolgimento del festival La Soleggiata presso le cave di Arzo. Di fornire ai ricorrenti una scatola di tappini per le orecchie, eventualmente assortita da un’opportuna dose di Saresta in modo da ridurre i risvegli notturni e conciliare l’interesse pubblico con quello privato». E ancora: «L'assurdo divieto provvisionale è stato assortito dall’obbligo dei ricorrenti di fornire una congrua garanzia finanziaria per risarcire i danni qualora la decisione nel merito dovesse dare loro torto? Il Consiglio di Stato non ritiene che questi continui divieti, specialmente delle attività promosse dai giovani, non siano suscettibili di creare frustrazioni, che poi possono sfociare nelle violenze tipiche dei derby di hockey?». Il deputato UDC domanda al Consiglio di Stato se, «in questi tempi tribolati, in cui i giovani sono spesso in ansia per il loro futuro», non sia da incentivare manifestazioni come il festival La Soleggiata «che sono molto positive per la socialità, la capacità di stare assieme in modo corretto e tranquillo, e la creatività dei nostri giovani, e di tutta la popolazione?». Infine, si chiede se sia stato preso in considerazione «il danno di immagine e anche economico che l’assurdo divieto di svolgere il festival La Soleggiato provoca nella regione del Mendrisiotto, e in in particolare nei paesi della montagna e del San Giorgio».

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