Fino a 15 avarie al giorno nel Gottardo: «Con il secondo tunnel il traffico inizialmente aumenterà»



Le procedure in caso di emergenza del Centro d’intervento del San Gottardo. Il comandante: «In due minuti dobbiamo essere pronti». E sul secondo tunnel: «Non ci sono nicchie di sosta».
Le procedure in caso di emergenza del Centro d’intervento del San Gottardo. Il comandante: «In due minuti dobbiamo essere pronti». E sul secondo tunnel: «Non ci sono nicchie di sosta».
AIROLO - Auto in fiamme nel San Gottardo. Tunnel chiuso in entrambe le direzioni. Veicolo in avaria. Gli annunci del Tcs, specie in questi giorni di intenso traffico, purtroppo ci “perseguitano”.
Pronti in due minuti - Ma chi interviene quando qualcosa va storto lungo i 17 chilometri di tunnel? «Appena scatta l’allarme riceviamo la segnalazione acustica in centrale», ci spiega il tenente colonnello Fabrizio Lasia, comandante del Centro d'intervento del San Gottardo. «Abbiamo due minuti di tempo per intervenire. È un obbligo».
Il corpo pompiere guidato da Lasia è infatti il primo a intervenire in caso d’emergenza. 24 ore su 24, 365 giorni all'anno. «Ogni centimetro del tunnel è sorvegliato dalla centrale operativa di Flüelen. In caso di intervento ci vengono fornite immediatamente le immagini del punto interessato della galleria. Così conosciamo già le dinamiche prima di entrare in azione».
Davide Giordano tio/20min
Oltre 200 interventi in un anno - Tra i vari monitor installati nella sala di controllo si alternano le immagini delle centinaia di videocamere all’interno del tunnel. «Ci occupiamo della tratta stradale tra Amsteg e Faido nei due sensi di marcia, oltre al Passo. Sull’arco di un anno interveniamo circa tra le 200 e le 250 volte». Una tendenza che, dopo la crisi Covid, è al rialzo. «Avevamo 18mila passaggi giornalieri, oggi oltrepassiamo la soglia dei 20mila e gli interventi sono aumentati di conseguenza».
Quali sono le cause più frequenti della chiusura del tunnel? «Indubbiamente le avarie che in media si verificano circa 300 volte all’anno. Il periodo più sollecitato, invece, è quello dell’esodo delle ferie estive (tra luglio e agosto), quando raggiungiamo anche 10 o 15 avarie al giorno. In questi casi, a meno che il veicolo si trovi in una nicchia di sosta, bisogna chiudere il tunnel per permettere l’intervento».
Qualche grattacapo con il raddoppio - E proprio su questo aspetto, la seconda canna non risolverà tutti i problemi. Anzi, potrebbe anche aggiungerne. «Questa casistica si farà sentire in maniera più importante nel momento in cui avremo la nuova galleria del Gottardo, attualmente in costruzione, e dovremo risanare l'attuale tunnel». La nuova canna è concepita per un flusso unidirezionale, «non sono presenti infatti le nicchie». Nicchie inizialmente previste nel progetto originale.
Paradossalmente il traffico potrebbe aumentare quindi? «In questi anni in cui dovremo risanare la galleria attuale indubbiamente sì, perché dovremmo chiudere il tunnel ogni volta per ogni avaria».

Niente incidenti frontali - Nel concreto però, in previsione del secondo tunnel, cosa cambierà quindi per il Centro d’intervento del Gottardo? «Dovremo adottare sicuramente delle modifiche nelle procedure di intervento. Siamo proprio adesso all'inizio della preparazione del concetto luci blu, per poter vedere esattamente quali saranno le necessità».
«Ci sarà chiaramente un miglioramento nella sicurezza, in quanto i flussi del traffico vengono separati, quindi le collisioni frontali, tranne quando una canna dovrà essere rimessa nel senso di marcia bidirezionale, non capiteranno più. Sarà sicuramente meno rischioso».
Il traffico potrebbe aumentare - «Dall'altro canto per noi sono 17 chilometri di tratta supplementare e quindi lo stesso le casistiche di incendio, soprattutto dei mezzi pesanti che oggi si muovono anche con sistemi di propulsione alternativi, batterie e quant'altro, diventa più importante. Dovremo fare uno sforzo aggiuntivo, ma non so ancora dire se questo comporterà un ampliamento degli effettivi».
Le auto in avaria però non sono i soli inghippi che si verificano ciclicamente nel tunnel. «La distrazione gioca un ruolo fondamentale. Nei veicoli a guida assistita le persone si sentono libere di usare i cellulari oppure di svolgere altre piccole attività mentre guidano. Vista la mole di traffico che c'è dentro il tunnel del Gottardo, una distrazione non perdona. Percorrere pochi metri in contromano provoca quasi sicuramente un incidente.

Tante distrazioni - Un altro aspetto è la stanchezza. «Siamo confrontati con molti casi di persone che si fermano nelle nicchie per fare una pennichella».
Già perché, oltre alla pericolosità, si può incappare in sanzioni molto severe. «Per legge equivale a guidare in stato di ebbrezza. Si rischiano quindi fino a tre anni di detenzione. L'invito è quello di non immettersi nel tunnel e percorrere 17 chilometri di galleria se si è stanchi, ma di fermarsi nelle aree di servizio che precedono il portale».
L'intervento più difficile - Purtroppo la cronaca ci consegna spesso tristi incidenti, anche molto gravi, all'interno del tunnel. Qualè stato l'episodio più difficile da gestire? «L’intervento più duro, dal punto di vista emotivo, non è avvenuto nel tunnel ma poco fuori, nella zona di Quinto».
«Era il 2017: un incidente tra due mezzi pesanti ha intrappolato un’auto tra di loro, causando la morte di un’intera famiglia, compresi due bambini. Ritrovare i corpi dei piccoli durante le operazioni di soccorso è stato, senza dubbio, lo scenario più straziante».
Il corpo svolge quotidianamente esercitazioni per simulare ogni tipo di scenario. «La mattina è sempre dedicata alle esercitazioni - continua Lasia. Chiaramente il nostro cavallo da battaglia è l'incidente stradale. Lavoriamo sull'autostrada nel tunnel autostradale, quindi la casistica più importante è l'incidente stradale». Uno scenario che viene ripetuto regolarmente sulla piazza di formazione tutte le settimane.