Quell'abbonamento hard che non sapevi di aver sottoscritto (e che ora ti tocca pagare)

Fatture, come quelle emesse da Obligo AG arrivano regolarmente in Ticino, spesso a pensionati ignari, e non sono del tutto illegali. I consigli di ACSI e della Polizia cantonale.
SAVOSA - «Sono sicuro, anzi sicurissimo di non essermi mai abbonato», è incredulo il signor F.* mentre tiene nelle sue mani la fattura emessa dall'azienda Obligo AG riguardo a un abbonamento a una piattaforma di video on-demand di contenuti - forse lo avevate anche intuito - erotici.
«Non so come sia potuto succedere...», si lambicca il pensionato del Sopraceneri. C'è imbarazzo, è ovvio, eppure sulla fattura da 138 franchi (che si autorinnova annualmente) è segnato l'esatto momento della presunta sottoscrizione, il dispositivo utilizzato (un iPhone) il numero di cellulare e anche l'indirizzo IP. Che sia davvero quello corretto, F.* non lo può sapere ma non è nemmeno escluso che lo sia.
Si tratta di una truffa? Sì e no, diciamo che siamo in piena zona grigia. «Di sicuro è una pratica commerciale sleale e siamo di fronte a contratti effettivamente non validi e non vincolanti», ci conferma Ivan Campari dell'Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana (ACSI), «detto questo queste aziende possono diventare davvero fastidiose arrivando, richiamo dopo richiamo e mora dopo mora, a chiamare in causa anche servizi di riscossione crediti piuttosto aggressivi».
Sempre ACSI ribadisce come le segnalazioni riguardo a questa tipologia di fatture arrivino «regolarmente» nell'ordine di «una o due a settimana».
Anche dalla Polizia cantonale ci confermano di conoscere la pratica: «negli ultimi anni sono giunte alla Polizia cantonale alcune segnalazioni, ma trattandosi di contenziosi a livello civile per questioni contrattuali, i casi non erano di nostra competenza. Per alcuni casi si era scoperto che effettivamente il richiedente o un componente della famiglia aveva effettivamente stipulato un contratto senza rendersene conto».
Detto questo la modalità con cui questi servizi hard riescano ad “agganciare” i loro “clienti“ resta dubbia: «Anche se è un sistema che continua da ormai più di dieci anni non è davvero chiaro come funzioni, magari queste persone hanno davvero cliccato su di un link trovato sul web, in un Sms oppure su WhatsApp. Quello che risulta però sospetto è la tipologia di vittima, quasi tutti uomini di una certa età. Può capitare che questi cedano alla vergogna e finiscano per pagare, vuoi perché non sanno come comportarsi o hanno paura del giudizio dei famigliari, si tratta comunque di video a luci rosse...», spiega ancora Campari.
Come è opportuno muoversi? Sul web e su WhatsApp girano delle guide per contestare la sottoscrizione via raccomandata ma non è detto che sia sufficiente.
«La società Obligo AG risulta essere una società d’incasso legale», aggiunge la Polizia cantonale, «consigliamo di verificare tutte le informazioni presenti sulla fattura (indirizzo IP, data, numero di telefono, eccetera) e se del caso di tutelarsi da un punto di vista legale attraverso un consulto con un legale o per il tramite di un’associazione dei consumatori».
Fa eco alle autorità il consiglio di Campari e di Acsi: «In passato abbiamo seguito casi di persone che hanno provato ad opporsi con le loro forze, non sempre ci sono riusciti finendo poi per perdere tempo e... mangiare rabbia. Il nostro consiglio è quello di appoggiarsi al nostro servizio di Infoconsumi che, devo dire purtroppo, conosce bene questa tipologia di problema e sa come affrontarla. In genere quando a farsi sentire è un'entità come la nostra le società di incasso tendono a rispondere diversamente. Un consiglio che mi va di dare è questo: i vostri dati e contatti personali hanno un valore, condividete numeri di telefono e indirizzi email con attenzione. Non fatevi sedurre da concorsi a premi o quant'altro, le conseguenze, anche anni dopo, potrebbero essere amare», conclude.








