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MANNO

I giochi, gli animali, il fidanzatino: «Le mie estati a Blatten»

Ore di grande commozione per la ticinese Paola Dei Tos, 48enne profondamente legata al villaggio distrutto dal crollo del ghiacciaio del Birch.
Lettore tio.ch
I giochi, gli animali, il fidanzatino: «Le mie estati a Blatten»
Ore di grande commozione per la ticinese Paola Dei Tos, 48enne profondamente legata al villaggio distrutto dal crollo del ghiacciaio del Birch.

MANNO - «La mia nonna materna, Emma, era vallesana. E io tutte le estati le passavo a Blatten, nella casetta di vacanza di famiglia». Per Paola Dei Tos, 48enne di Manno, sono ore colme di emozione. Il villaggio che ha contraddistinto tanti momenti spensierati della sua infanzia e della sua adolescenza non c'è quasi più. È stato travolto mercoledì dal crollo del ghiacciaio del Birch. Uno scenario apocalittico, in continua evoluzione, che scuote Paola a più riprese. «Sono sconvolta».

«Ci si capiva sempre» – I ricordi riaffiorano. «Era il posto del cuore. Tante erano case di vacanza. E quindi a ritrovarsi erano soprattutto bambini e ragazzi che, come me, venivano da fuori. Andavamo in giro da soli, in mezzo alla strada, di macchine non ne passavano. Si giocava per tutto il paese, in mezzo ai prati pieni di mucche e altri animali. Si parlavano lingue diverse, ma ci si capiva sempre in qualche modo».

Ogni singola stradina – Paola ha frequentato Blatten ininterrottamente dall'inizio degli anni '80 per oltre un decennio. «In questi giorni, vedendo le immagini del disastro, mi stanno tornando alla mente per filo e per segno dove erano situate le singole stradine che percorrevamo. Così come gli angoli che sceglievo quando giocavo a nascondino. Erano tempi in cui ci si ingegnava con poco. Con alcuni cugini prendevo i vasetti di marmellata vuoti, li legavo a un filo e andavo al fiume a "pescare". O meglio: una volta che il pesciolino era catturato, lo lasciavamo andare. Facevamo cose pazze. Capitava che i pesci ce li portassimo a casa per una notte, per tenerli nella vasca da bagno e guardarli. Il giorno dopo li riportavamo al fiume, nel loro habitat».

L'amore – Le giornate scorrevano così a Blatten. Sulle ali di un'innocenza e di una spensieratezza che oggi non ci sono più. «A Blatten mi sono anche innamorata. Avevo un fidanzatino che rivedevo solo di estate in estate. Ma restavamo comunque in contatto anche durante il resto dell'anno. Lui parlava solo tedesco. Quando tornavo in Ticino mia mamma mi traduceva le sue letterine e mi aiutava a rispondergli. Era un vallesano, anche lui veniva a Blatten in vacanza».

La messa nella chiesetta – Paola, che nel frattempo si è sposata, ha avuto due figli e ha fatto carriera come estetista, non si dà pace per quanto sta accadendo nella Lötschental. «Ogni singolo frammento di quel passato adesso mi sembra preziosissimo. Penso a mia nonna che ogni volta entrava nella chiesetta. Io ascoltavo la messa in lingua tedesca. Non capivo niente. Ma era bello lo stesso. Non mi sembra vero quello che è capitato».

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COMMENTI
 

Mgrazia60 4 mesi fa su tio
Ricordi preziosi❤️con tt commozione 🙏🏻
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