Dal dottorato al tunnel della droga: «La mia vita è stata una montagna russa»

La testimonianza di un 37enne del Mendrisiotto ricoverato a Villa Argentina.
COLLINA D'ORO - «Per la mia famiglia sono stato sia una fonte di grande orgoglio che di vergogna. Da una parte mi sono laureato, ho ottenuto un dottorato e ho raggiunto alti livelli dal punto di vista professionale. Dall’altra sono caduto nella dipendenza da sostanze». È quanto ci ha raccontato ieri, paragonando la sua vita a «una montagna russa», un 37enne del Mendrisiotto attualmente ospite del centro terapeutico Villa Argentina.
«Consumo occasionale, poi ho perso il controllo» - «Sono qui da due mesi e mezzo, perché negli ultimi tre anni ho avuto un problema con la cocaina», spiega con onestà e coraggio. «Ho iniziato con un consumo occasionale durante le serate, poi gradualmente, anche a causa di problemi personali e relativi allo stress sul lavoro, il consumo è diventato sempre più frequente e compulsivo. Da lì ho perso il controllo e, dopo un ricovero in una clinica psichiatrica, sono stato ammesso a Villa Argentina».
La metanfetamina e il primo ricovero - Questa, per il ticinese, non è però la prima esperienza al centro terapeutico di Collina d'Oro. «Sono stato qui anche quattro anni fa, durante la pandemia, perché avevo sviluppato una dipendenza legata a un altro tipo di sostanza: la crystal meth (cristalli di metanfetamina ndr.). Ho iniziato a consumarla intorno ai 30 anni, quando vivevo in un altro cantone, e lì è scattato un ricovero. Poi ho deciso di tornare in Ticino e ho affrontato un primo percorso a Villa Argentina».
«La dipendenza da sesso alimenta quella da sostanze» - Ma da cosa nasce questo abuso di sostanze? «Sono gay e alcuni omosessuali consumano droghe a stretto contatto con il sesso. È un fenomeno diffuso che viene chiamato "chemsex" e di cui purtroppo sono stato vittima», afferma il 37enne. «Io ho una dipendenza da sesso, e purtroppo nel mio caso va a braccetto con quella da sostanze: una, di fatto, alimenta l’altra».
Il giovane uomo, ora, guarda però al futuro. «Sto lavorando tanto su me stesso e sono contento di quanto ho fatto finora, anche se intendo rimanere in riabilitazione almeno fino all’autunno. Il mio obiettivo, poi, è quello di uscire, mantenere l'astinenza e riprendere a lavorare e ad avere una vita sociale», conclude.